Giornali Fisc: Treviso, “La Vita del popolo” compie 130 anni. Corrado (Cei), “una storia di fedeltà e di servizio alle donne e agli uomini del nostro tempo”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Un traguardo prezioso, che apre una nuova pagina, tutta da scrivere, e rinnova allo stesso tempo una storia di fedeltà e di servizio alle donne e agli uomini del nostro tempo”. A sostenerlo è Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, in un articolo scritto per il numero speciale de “La Vita del popolo”, il settimanale diocesano di Treviso, che celebra il 3 gennaio il suo 130° anniversario. “In che modo?”, si chiede Corrado, dando questa risposta: “Ascoltando e raccontando il vissuto concreto, informando e formando un’opinione pubblica che sappia integrare i punti di vista differenti, con un compito ben preciso: dare voce a chi non ce l’ha. È questo il valore aggiunto delle pagine di questo giornale. Certamente non rispondono a criteri di mercato, ma non per questo è un’informazione a perdere. Ecco, allora, il senso della testata: è la vita del popolo, del nostro popolo, di questo popolo ben preciso, che vive in un territorio, i cui confini (anche giornalistici) sanno aprirsi alla cronaca nazionale e internazionale”.
Prosegue il direttore dell’Ucs: “Auguri per la cifra tonda raggiunta – 130 anni – con un impegno a custodire la memoria di quanto fatto con dinamicità. Un giornale non può e non deve essere statico. In questo, il riferimento alla memoria implica lo sviluppo del dialogo tra le generazioni. Una sfida, questa, da vivere appieno: se colta nella sua essenza, infatti, ne beneficerà tutta la società che verrà ricomposta e pacificata nelle sue mille sfaccettature. La memoria, poi, è cammino continuo, è capacità di afferrare il frammento riconducendolo all’insieme. Non è ingresso in un museo o libro di citazioni cui riferirsi nei momenti difficili, ma input a rinnovarsi continuamente, a rivedere totalmente il proprio modo di essere e di pensare. È qui che si origina lo stupore”.
A “La Vita del popolo”, quindi, “l’augurio di assaporare la bellezza e la fatica dello stupore. È l’unica medicina al virus dell’autoreferenzialità”. Non delimitato dall’ombra del campanile, “il settimanale è il luogo in cui la concretezza della vita misura ogni giorno i concetti e le teorie nel confronto con la fatica e la speranza della gente. Per questo, la cultura del territorio, che ispira e sostiene l’esperienza dei settimanali, non ha avuto timore di confrontarsi con la globalizzazione, le diversità, le nuove tecnologie”.

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