“L’aumento delle tariffe energetiche pesa sui conti delle famiglie ma anche sui costi delle imprese e rende più onerosa la produzione e la commercializzazione in una situazione fortemente condizionata dall’emergenza Covid”. Lo afferma la Coldiretti nel commentare gli aumenti di luce e gas che scatteranno dal primo gennaio secondo quanto stabilito dall’Autorità di regolazione Energia Reti e Ambiente (Arera) con un aggravio per l’elettricità del 55% e per il gas del 41,8%. “L’aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché – sottolinea la Coldiretti – riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’inverno. Il costo dell’energia si riflette infatti in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione”.
Per le operazioni colturali gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare “rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione”. Inoltre l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi. “Il rincaro dell’energia – conclude – la Coldiretti – si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi”.