“Tantissime persone hanno perso tutto, la sfida sarà quella della ricostruzione. In tutte le diocesi interessate stiamo costituendo delle équipe per seguire questa fase, in raccordo con le autorità. Nel frattempo prosegue la campagna di raccolta fondi promossa dalla Caritas del Brasile per le popolazioni degli Stati di Bahia e Minas Gerais”. È quanto spiega al Sir dom Giovanni Crippa, vescovo di Ilhéus, una delle diocesi dello Stato brasiliano di Bahia più colpite dalle piogge e dalle inondazioni delle ultime settimane.
Un’altra sfida, ancora più a lungo termine, è quella culturale e del rispetto per l’ambiente, bisognerà ricostruire cercando di prevenire catastrofi come queste. Cosa che non è accaduta in passato. Spiega dom Crippa: “La gente qui afferma di non aver mai visto una cosa del genere, una grande ondata di maltempo c’era stata solo quarant’anni fa. In questi decenni, però, la geografia di Ilhéus e di queste zone è cambiata. Qui era fiorente la coltivazione del cacao, questa era zona di fazendeiros, di imprenditori agricoli. Successivamente, questa attività è entrata in crisi, molti hanno perso il lavoro e si sono riversati nelle città, tra cui appunto Ilhéus (che si trova sulla costa atlantica, circa 250 chilometri a sud di Salvador, la capitale dello Stato, ndr). In periferia ci sono delle piccole colline, le persone più povere hanno costruito le loro abitazioni in queste zone collinari, che ora sono franate in più punti, oppure direttamente sui letti dei fiumi. Bisogna prepararsi, fenomeni atmosferici come questi saranno più frequenti, occorrerà anche una politica urbanistica più attenta. Ma anche un cambiamento culturale, la Laudato si’ di Papa Francesco è più che mai attuale”.