Papa Francesco: p. Fares (La Civiltà Cattolica), “invita a riflettere sulla Chiesa non come somma di individui ma come popolo”

“Il pensiero incompleto è il contrario del pensiero trionfalistico: la mentalità dialogica, l’inclusività, l’apertura attenta e responsabile all’altro, l’apertura alle sfide”. Lo scrive p. Diego Fares nel primo quindicinale 2022 de La Civiltà Cattolica, anticipato al Sir. “Francesco ci mostra due tipi di soggetti che non dialogano, perché sono chiusi in se stessi: i primi riducono il proprio essere al loro sapere o sentire (il Papa lo chiama ‘gnosticismo’); i secondi lo riducono invece alle loro forze (il Papa lo chiama ‘neopelagianesimo’)”, sottolinea il gesuita.
Osservando che “la tendenza prevalente è quella individualistica, con settarismi elitari”, p. Fares evidenzia che “per la cultura del dialogo è essenziale, invece, l’inclusione di tutti, anche dei meno intelligenti e dei più deboli”. “Affermare che i soggetti siamo tutti noi non significa considerare una mera somma di tutti gli individui: significa piuttosto considerare la totalità, intesa come popolo – osserva -. Il Papa ci invita esplicitamente a riflettere sulla Chiesa come popolo fedele di Dio”. Quindi, l’attenzione si sposta sull’annuncio del Vangelo, che “deve coinvolgere l’aspetto culturale”. “Per esempio, nella famiglia, occorre cercare il modo di far diventare la fede ‘tradizione familiare’, così come in famiglia si vivono i momenti belli, le feste, le gite, la conversazione quotidiana. Nel lavoro, ciascuno deve preoccuparsi di mettere i valori del Vangelo a confronto con quelli che vivono i propri colleghi. Ciò consentirà alla predicazione di non essere ‘scollegata’, o qualcosa di ‘meramente spirituale’, bensì un Vangelo incarnato, che raccoglie le sfide del mondo e risponde alle sue preoccupazioni con proposte efficaci”.

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