Dopo quasi due anni di pandemia che ha aumentato le disuguaglianze in tutto il mondo, soprattutto nelle aree più disagiate, Save the children ha identificato “7 sfide” che sono chiamati ad affrontare i bambini nel 2022. La sfida numero uno è quella che riguarda la crisi alimentare che come mai negli ultimi decenni sta registrando dati allarmanti: nel 2022 si stima che due milioni di bambini sotto i cinque anni moriranno per cause legate alla fame. I livelli di malnutrizione sono attualmente “inaccettabili”: ben 149,2 milioni di bambini sotto i 5 anni sono rachitici, 45,4 milioni sono deperiti e 20,5 milioni di neonati (14,6% di tutti i nati vivi) hanno un basso peso alla nascita. La seconda sfida riguarda il mancato accesso all’educazione. Save the children stima che almeno 117 milioni di bambini in tutti i Paesi (circa il 7,5% di tutta la popolazione scolastica mondiale) non vanno ancora a scuola a causa del Covid-19. Questi si aggiungono ai 260 milioni di bambini che non frequentavano le lezioni anche prima della diffusione del virus. C’è poi la guerra che distrugge l’infanzia: 450 milioni di bambini vivono in zone in conflitto, di cui quasi 200 milioni in quelle più pericolose al mondo (con un aumento del 20% rispetto ai 162 milioni di un anno fa), il numero più alto da oltre un decennio. Altro grosso problema è il reclutamento dei bambini nei gruppi armati: questi gruppi nell’ultimo periodo sono passati da 85 a 110. Nel solo 2020, i bambini reclutati sono stati circa 8600, circa 25 al giorno, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Altre sfide importanti riguardano la crisi climatica (i bambini nati nel 2020 saranno esposti a eventi climatici estremi molto più che in passato) e le grandi migrazioni di profughi e sfollati: tra il 2005 e il 2020, il numero di bambini rifugiati è più che raddoppiato, passando da quattro milioni a circa 10 milioni, mentre il numero dei bambini sfollati a livello globale è quello più alto dalla seconda guerra mondiale. Infine la mortalità infantile: negli ultimi 30 anni era scesa quasi del 60% ma con la pandemia “esiste una possibilità molto concreta che cresca nel 2022 per la prima volta dagli ultimi decenni”.