“In Siria la guerra sta andando avanti, nel silenzio generale; ma più della guerra, è la povertà ad essere un problema per la gente. E la povertà deve essere imputata alle sanzioni ‘Caesar’, decise il 17 giugno 2020 dal governo statunitense per colpire i territori sotto il controllo di Bashar al-Assad”. La denuncia viene dall’ong Pro Terra Sancta, che in una nota riporta dichiarazioni del proprio staff operante in Siria: “Le sanzioni hanno messo in ginocchio la popolazione, prima delle istituzioni – come è stato chiaro da subito ai giornali locali -. A causa delle misure internazionali contro la Repubblica Araba Siriana, non è più possibile commercializzare prodotti derivati dagli idrocarburi, da cui i profitti sono sempre stati alti. Questo ha messo in ginocchio la classe media, che negli ultimi due anni stava cercando di rilanciarsi, pure in mezzo alle difficoltà ingenerate dalla pandemia. Le sanzioni ‘Caesar’ – si legge nella nota – stanno impedendo ogni genere di importazione di beni di consumo, dalle automobili, agli elettrodomestici ad ogni altro bene di utilizzo comune. Questo si accompagna ad una crisi energetica devastante, con una disponibilità di corrente elettrica che ad oggi si aggira intorno alle due ore al giorno, concentrate negli orari dei pasti per consentire alla gente di cucinare”. Una situazione che ha di fatto bloccato ogni “tentativo di rinascita e di rilancio” e costretto a tornare alla distribuzione di aiuti emergenziali. Dai progetti di sviluppo, si è tornati in una logica di assistenza, soprattutto a Damasco e ad Aleppo, dove l’ong ha due centri d’emergenza attivi da vario tempo. Nella capitale, presso il convento francescano di Bab Touma, Pro Terra Sancta assiste più di 700 famiglie (più di 3000 individui) e centinaia di individui singoli. La maggior parte dei beneficiari soffrono per le sanzioni internazionali, che li hanno privati di tutto, oppure sono sfollati giunti a Damasco a seguito dei combattimenti nel Nord e nell’Est del Paese. Nel centro sono distribuiti beni di prima necessità, voucher per l’acquisto di gasolio e beni per l’infanzia. Ad Aleppo, nel Nord del Paese, l’ong assiste più di 26.000 persone, dando loro acqua, cibo, vestiti e beni di prima necessità. Più di 1000 sono i bambini sotto i tre anni (dati 2020) per i quali vengono distribuiti nel centro pannolini e latte in polvere. Grande attenzione è data anche ai malati: sono più di 5.000 quelli assistiti. In questi ultimi giorni, riporta il comunicato di Pro Terra Sancta, il governo Usa “sta prendendo coscienza della gravità delle condizioni della popolazione siriana”. Il 24 novembre scorso, è stato approvato dal Dipartimento del Tesoro un emendamento al Regolamento sulle Sanzioni Siriane, che permette, come si legge nella nota ufficiale, “di espandere l’autorizzazione vigente legata alle attività di alcune Ong”. L’emendamento ha avuto validità a far data dal 26 novembre. Importante sembra essere la concessione, esplicitamente riconosciuta nel documento che presenta l’emendamento, riguardante “l’acquisto di prodotti derivati dal petrolio raffinato di origine siriana”. Uno sblocco importante, secondo l’ong, per il mercato petrolifero siriano, atteso ansiosamente soprattutto dalla classe media. Resta comunque vietata ogni forma di importazione del petrolio siriano negli Stati Uniti.