“La missione, così come la comunione, passa sempre attraverso sacrifici e prove”. Lo ha ricordato il Papa, nell’incontro con il Santo Sinodo nella cattedrale ortodossa di Cipro. Come ai tempi di Barnaba, il parallelo scelto da Francesco, “non mancano anche oggi falsità e inganni che il passato ci mette davanti e che ostacolano il cammino”: “Secoli di divisione , secoli di distanze ci hanno fatto assimilare, anche involontariamente, non pochi pregiudizi ostili nei riguardi degli altri, preconcetti basati spesso su informazioni scarse e distorte, divulgate da una letteratura aggressiva e polemica. Ma tutto ciò distorce la via di Dio, che è protesa alla concordia e all’unità”. “Quante volte nella storia tra cristiani ci siamo preoccupati di opporci agli altri anziché di accogliere docilmente la via di Dio, che tende a ricomporre le divisioni nella carità!”, il mea culpa del Papa: “Quante volte abbiamo ingigantito e diffuso pregiudizi sugli altri, anziché adempiere all’esortazione che il Signore ha ripetuto specialmente nel Vangelo scritto da Marco, che fu con Barnaba su quest’isola: farsi piccoli, servirsi gli uni gli altri. Invochiamo dal Signore sapienza e coraggio per seguire le sue vie, non le nostre”. “Sono rimasto commosso – ha detto a braccio Francesco a proposito dell’incontro privato avvenuto poco prima – quando lei parlò della Chiesa madre. La nostra Chiesa è una Chiesa madre: la nostra Chiesa è una madre, e una madre sempre raduna i suoi figli con tenerezza. Abbiamo fiducia in questa Chiesa madre che raduna tutti noi, e con coraggio ci porta avanti nel Signore. Tutti noi, con le nostre differenze, ma tutti figli della Chiesa madre”. Nello scambio di doni, il Papa ha detto a Sua Beatitudine Chrysostomos II: “Io le dono il Codex Pauli, perché lo abbia in segno di comunione. Figli della stessa Chiesa madre”. Al termine dell’incontro con il Santo Sinodo, il Santo Padre si trasferisce allo GSP Stadium, distante 9 chilometri, per la messa con i cattolici ciprioti.