“Partiamo dalle parole. Già l’uso frequente, nel linguaggio comune, dell’aggettivo ‘disabile’ non accompagnato da un sostantivo – persona, minore, anziano – rivela che la dimensione soggettiva della persona viene spesso sottovalutata. Soggettività negata e poi rubata da familiari, operatori, strutture quando, sostituendosi alla persona con disabilità, prendono decisioni riguardanti il luogo dove vivere, le scuole o gli amici da frequentare, i programmi televisivi da guardare, la frutta da mangiare, le scarpe da indossare. Spesso ci si dimentica che la disabilità è una condizione, non una malattia”. Lo scrive su Twitter il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale in occasione della Giornata mondiale della disabilità. Il mandato del Garante include infatti anche tema della connessione tra privazione della libertà e disabilità.
Nel 2021 il Garante nazionale ha svolto 13 visite in istituti che ospitano anziani non autosufficienti o persone con disabilità tese a verificare, sempre nell’ottica della tutela dei diritti delle persone, le condizioni di vita e di assistenza al loro interno, a prevenire forme improprie di contrazione della libertà, possibili abusi o trattamenti inumani o degradanti. Centrale, in tale contesto, il tema dell’uso della contenzione, sia essa fisica, chimica o ambientale.