“Esprimo il più profondo rammarico per quanto accaduto negli ultimi giorni a Potenza, relativamente all’imbrattamento di teche poste a protezione delle statue raffiguranti la Madonna”. Lo dichiara mons. Salvatore Ligorio, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, ricordando che “in diverse circostanze e in luoghi diversi, qualcuno ha inteso offendere il credo dei cattolici profanando simboli della nostra devozione”. “Se è doveroso stigmatizzare tali comportamenti miserevoli, ritengo che la nostra comunità, religiosa e civile, non debba esimersi dall’interrogarsi sull’accaduto, esaminando la propria coscienza, qualsiasi ruolo sia chiamato a vivere, di pastore di anime, di genitore, di educatore, di cittadino”.
Nelle parole dell’arcivescovo la consapevolezza che “tutti noi non possiamo ignorare un malessere, fosse pure solo dovuto all’ozio, che pervade i diversi ambiti della vita sociale, particolarmente presente nei giovani”. “Ed è a questi ultimi che va il mio pensiero e il mio invito a vivere pienamente la propria esistenza, fatta anche di esuberanza, ma con la capacità di convogliare positivamente le proprie energie evitando eccessi denigratori”. “Ognuno è artefice del proprio presente e, soprattutto del proprio futuro e, pur comprendendo che gli errori commessi, in questo caso molto gravi, possano essere frutto anche di momenti di immaturità o incoscienza, ritengo che tutte le agenzie educative (famiglie, scuole, parrocchie e associazioni) debbano operare insieme per rimettere al centro la cura della persona e il suo sviluppo equilibrato e armonioso”.
Infine, l’incoraggiamento a “non lasciare che il gesto di qualche sconsiderato ci faccia perdere la speranza in un cambiamento, del quale noi stessi siamo chiamati a essere i principali artefici”. “Supportiamo i ragazzi tornando a spiegare loro come le regole, il rispetto, l’attenzione e l’amore verso il prossimo, siano valori da difendere e promuovere per giungere a un autentico bene comune. Che la Vergine Maria con la sua intercessione ci guidi in questo percorso e perdoni i tristi affronti subiti”.