La famiglia di Yemenz, ospitata da circa due anni nel centro di accoglienza dedicato a donne vittime di violenza con minori della Caritas Diocesana di Catania, ha lasciato la casa protetta dopo aver raggiunto l’autonomia economica. La signora eritrea ha sottoscritto un contratto d’affitto, seguita e consigliata dagli avvocati volontari del servizio della consulenza legale, potendo garantire un reddito sufficiente, grazie al suo lavoro e a quello della figlia maggiorenne. È la migliore conclusione possibile – scrive in una nota diffusa oggi la Caritas diocesana di Catania – per la seconda edizione del progetto Housing First, promosso dalla Conferenza Episcopale Siciliana (Delegazione Regionale della Carità), che ha fornito per due anni un tetto e una completa presa in carico – sostentamento delle spese, disbrigo pratiche e supporto psicologico – a una famiglia di cinque persone. Yemenz e i suoi quattro figli (tre minorenni), in condizioni di estrema fragilità all’arrivo in struttura, hanno raggiunto l’obiettivo prefisso dalla Caritas per la conclusione del progetto: autonomia economica e inserimento nel tessuto cittadino. L’iniziativa ha potuto contare sul supporto di molti enti e persone: il Talità Kum per le iniziative rivolte ai più piccoli, l’Istituto Scolastico Statale “Federico De Roberto” di Catania (scuola diurna per i bambini e serale per la signora), l’Istituto Religioso delle Figlie della Sapienza, la parrocchia SS. Pietro e Paolo di Catania e Pax Christi. Fondamentale anche la Missione Sant’Agata 2020 che, per volere dell’arcivescovo di Catania ,mons. Salvatore Gristina, ha destinato al progetto la raccolta dell’offertorio che si è tenuta durante il Solenne Pontificale, col contributo degli “Amici del Rosario”. Il progetto è destinato a riprendere già nei prossimi mesi e gli operatori sono al lavoro, ascoltando le nuove famiglie che saranno prese in carico e ospitate presso la casa di accoglienza. Tra il 2015 e il 2020, il centro ha ospitato 60 persone, tra italiane e straniere, inclusi i minori.