Ieri, 28 dicembre, la Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23), in comunione con le realtà di tutta Italia impegnate nella tutela e nella promozione della vita, hanno fatto memoria dei Santi Innocenti. “Il pensiero – si legge in una nota – si è rivolto in modo particolare ai martiri condannati a morte con l’aborto. In diretta online, insieme ad alcuni vescovi del Triveneto; a Rimini; a Modena e in altre città si è pregato e deposto un mazzo di fiori per ricordare le piccole vittime”.
“Anche porre un semplice segno fisico come un mazzo di fiori è un modo per dire che non vogliamo che queste piccole vite cadano nell’oblio. Ogni essere umano è unico ed irripetibile, questi nostri fratelli ieri c’erano e non torneranno su questa terra – spiega l’Apg23 -. Noi oggi diciamo che sono importanti, che ci interessano, ci stanno a cuore. Non siamo i soli a ricordare. Tante mamme, papà, nonni, altre persone hanno nel cuore i bimbi abortiti. Questi bimbi che con l’aborto qualcuno sperava di dimenticare per sempre, continuano a vivere nel cuore di tanti, anzi ne segnano in profondità le loro vite. Noi oggi uniamo la nostra preghiera al loro dolore, al pianto, al rimpianto quotidiano di tanti”.
la Comunità Papa Giovanni XXIII continua: “Vogliamo conservare la memoria di questi piccoli, nostri fratelli. Tutti siamo stati embrioni, anche se non ce lo ricordiamo. Non c’è un motivo che giustifichi il fatto che noi continuiamo a vivere e loro no, noi non siamo migliori di loro. Don Oreste Benzi sosteneva che questi bimbi dovessero essere proclamati martiri, in quanto uccisi da un’ideologia contraria alla fede. Affidiamo anche questo suo auspicio. Vogliamo anche chiedere perdono. Quei corpi che ricordiamo con questo gesto sono un’accusa per tutti di omissione di soccorso. Abbiamo volto lontano lo sguardo troppe volte dalle donne in difficoltà, abbiamo avuto paura di schierarci per la vita. Fa comodo, nessuno o quasi si lamenta se stiamo zitti…”
Infine, conclude Apg23, “con questo gesto esprimiamo anche speranza. Verrà il giorno in cui tutto questo avrà fine, in cui anche questo ospedale sarà un luogo solo in cui si dà solo la vita e non la morte. Ripetendo ogni anno questo gesto vogliamo accelerare il momento in cui questo si avvererà”.