“La nostra vita continua a conoscere dei vuoti, ad essere attanagliata da vicende dolorose e da problemi che ci paiono talvolta insormontabili; ma abbiamo in Lui il senso di ogni cosa, la pace che il nostro cuore inquieto desidera e che gli angeli hanno annunciato a Betlemme. Felici non si è, infatti, se le condizioni del vivere quotidiano sono quelle che noi desideriamo; lo siamo se accogliamo lo sguardo nuovo sulla vita che Gesù è venuto a portarci tirandoci fuori dal ripiegamento su noi stessi, dalle schiavitù in cui spesso ci pieghiamo”. Lo ha scritto il vescovo di Ivrea, mons. Edoardo Aldo Cerrato, nel messaggio natalizio alla diocesi.
Con il Natale, sottolinea il vescovo, Gesù Cristo “è sceso per noi dalle altezze dei cieli e si è fatto realmente uomo. Ha vissuto la nostra vita e ne ha condiviso fatiche e dolore, gioie e speranze. Morto in croce, risorto da morte e salito al Cielo, è rimasto con noi, misteriosamente ma realmente presente, come ha promesso, e ci offre la possibilità di vivere ogni istante con Lui e in Lui”.
“‘Gesù Cristo è qualcosa che mi accade’ ha scritto qualcuno”, prosegue mons. Cerrato. “Esattamente questo: una vita – spiega – che chiede di entrare nella nostra vita. È venuto – homo factus est – duemila anni fa. Viene lungo i secoli anche nella ‘carne’ della Chiesa, innanzitutto nell’Eucaristia con cui ci incorpora continuamente a Sé. Verrà nel ritorno glorioso, alla fine dei tempi, quando darà compimento definitivo al Regno che è già dinamicamente presente e qualifica, segna, scuote l’oggi che stiamo vivendo”.
“La vera tristezza dei nostri tempi, la vera aridità, è data dal non riconoscere la Sua presenza che sorregge la nostra esistenza anche nella drammaticità di tante situazioni”, ammonisce il vescovo, evidenziando che “abbiamo bisogno di conversione. Ma questa non accade in risposta a richiami morali in vista di un agire più corretto. Passa e si compie attraverso il riconoscimento dell’iniziativa già in atto del Salvatore”.