Morti sul lavoro: mons. Arnolfo (Cep), “strage silenziosa nei cantieri e nelle fabbriche”

“Quarantaquattro morti sul lavoro in Piemonte e tre in Valle d’Aosta nell’ultimo anno. Almeno tre al mese. Una strage silenziosa che si ripete nei cantieri e nelle fabbriche”. Lo scrive l’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo, vescovo delegato Cep per la pastorale Sociale e del Lavoro, con don Flavio Luciano, responsabile regionale della pastorale Sociale e del Lavoro, su Agd.
Torino con 15 vittime è la provincia che ha il numero maggiore di decessi sul lavoro. A seguire Cuneo con 13, poi Alessandria con 8, Asti con 3, Vercelli con 2 e 1 a Verbania. Di questi, 12 sono agricoltori, 10 sono muratori, 8 gli artigiani. Tra le altre vittime figurano elettricisti, magazzinieri, taglialegna e autotrasportatori.
Tra le cause, le agevolazioni del superbonus che “fanno crescere la mole di lavoro, generando una fretta che sappiamo “cattiva consigliera” agli imprenditori”. “Un provvedimento per fare ripartire l’edilizia, ma che, nella realtà, ha trovato molte ditte non preparate sia dal punto di vista della forza lavoro, con operai spesso non contrattualizzati e non specializzati, sia dalla carenza del materiale, come i ponteggi. Complice la fretta di ripartire, cercando di ammortizzare le perdite avute durante la pandemia, spesso si lavora in luoghi però poco sicuri, in cui la data di consegna prevale su tutto”.
Vescovo e responsabile della Pastorale regionale piemontese esprimono “un rinnovato impegno per un lavoro ‘libero, creativo, partecipativo e solidale’, a partire dal Vangelo, dai principi della Dottrina Sociale della Chiesa e dalla nostra Carta Costituzionale”. “Proprio quest’ultima ci ricorda, fin dal suo primo articolo, che il lavoro deve essere un bene fruibile per tutti, per generare e garantire vita e prosperità e mai morte e malattie invalidanti”.

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