Migranti: naufragi nel Mar Egeo. Unhcr, “necessaria azione più risoluta per fermare i trafficanti”. 2.500 persone morte nel 2021

“È straziante che, per disperazione e in assenza di canali sicuri, rifugiati e migranti si vedano costretti ad affidare le loro vite a trafficanti senza scrupoli. È necessaria un’azione più risoluta per frenare il traffico di persone e fermare coloro che sfruttano la miseria e la disperazione umana. È scoraggiante vedere il ripetersi di tragedie evitabili come queste. Non dovremmo abituarci a vedere i corpi recuperati dal mare”. Lo ha detto Maria-Clara Martin, rappresentante dell’Unhcr (l’agenzia Onu per i rifugiati) in Grecia, commentando le recenti tragedie avvenute nel Mar Egeo dove almeno 31 persone hanno perso la vita in tre distinti naufragi avvenuti tra il 21 e il 24 dicembre, mentre un numero sconosciuto di persone risulta tuttora disperso. Più di 160 persone sono state salvate dalla Guardia costiera ellenica con il supporto della marina e dell’aviazione del Paese, e di navi mercantili e private. L’Unhcr “elogia gli sforzi di tutte le persone coinvolte nel portare in salvo i sopravvissuti”. Il primo naufragio è avvenuto al largo dell’isola di Folegandros il 21 dicembre, con 13 persone salvate e i corpi di tre uomini recuperati. Secondo la testimonianza di un sopravvissuto alla guardia costiera ellenica sarebbero state fino a 50 le persone a bordo dell’imbarcazione priva di qualsivoglia attrezzatura di sicurezza. Il secondo naufragio, a nord dell’isola di Antikythera, ha causato la perdita di 11 vite, mentre 88 persone sono state salvate. Inoltre, la vigilia di Natale, una barca che trasportava almeno 80 persone si è rovesciata al largo dell’isola di Paros, causando la morte di 17 persone, tra cui un bambino. Sessantatré sopravvissuti sono stati salvati e portati sull’isola di Paros, dove le autorità locali e gli abitanti dell’isola si sono precipitati ad assisterli con coperte, cibo e vestiti. L’Unhr stima che da gennaio alla fine di novembre di quest’anno, più di 2.500 persone sono morte o scomparse in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa, attraverso il Mediterraneo e la rotta marittima dell’Africa nord-occidentale.

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