Presentato stamani nella cattedrale di San Martino, a Lucca, il progetto di restauro del Volto Santo, opera d’arte e reliquia conosciuta in tutto il mondo. A occuparsene sarà l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, grazie al sostegno della Fondazione CRL e in accordo con la Soprintendenza ABAP di Lucca.
Le recenti indagini diagnostiche che hanno certificato l’antichità dell’opera hanno altresì rilevato fenomeni di distacco della pellicola pittorica e, quindi, evidenziato la necessità di un intervento di restauro fondamentale anche per acquisire nuove informazioni sull’opera, ma anche funzionale a determinare i parametri microclimatici ambientali ideali per la conservazione ottimale della scultura. L’intervento dell’Opificio delle Pietre Dure sarà a titolo del tutto gratuito, mentre le spese necessarie saranno sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ente finanziatore dell’intero progetto conservativo. Il restauro sarà condotto dal Settore Scultura Lignea Policroma dell’Opificio. Prenderà avvio all’inzio del nuovo anno, con la prima sfida: ‘estrarre’ la statua dal tempietto e trasferirla nel laboratorio che sarà appositamente allestito nel transetto della cattedrale, evitando che il sacro Crocifisso lasci San Martino ed a contempo consentendo di esporre l’opera al pubblico con cadenza regolare nel corso dei lavori. “Il Volto Santo è caro a tutti i lucchesi, in patria e all’estero, perché è al cuore dell’identità della comunità cittadina, riferimento religioso e culturale che tutti è capace di unire – ha detto l’arcivescovo di Lucca, mons. Paolo Giuletti -. È assai più che un’immagine, richiamo bello e prezioso alla persona del Salvatore: è una reliquia, cioè un oggetto attraverso il quale si può entrare in speciale contatto con il Cristo misericordioso, pendente vittorioso dalla croce. In questi restauri, opportuni per la conservazione dell’opera, è pertanto necessario prestare una particolare cura – non solamente professionale – perché ciò su cui si interviene è davvero speciale. Sono convinto che i maestri dell’Opificio lavoreranno con competenza, ma anche con religioso rispetto, sul Volto Santo, per restituirlo alla Chiesa e alla Città nell’antico splendore”.