“Gesù venendo in questo mondo, nella nostra storia, esce dal Padre per renderci partecipi della vita d’Amore e di Dono che è in Dio”. Lo ha scritto mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, nel suo messaggio di auguri per Natale. “Il Bambinello, che vediamo nel presepe e che mostriamo ai nostri bambini perché se ne innamorino perdutamente, per tutta la vita, una volta accolto, ci sollecita a uscire, a nostra volta, da noi stessi: per andare con Lui per le vie del mondo, in ogni ambiente di vita, fuori dalle nostre Chiese, dai nostri gruppi più intimi e ristretti; per donarLo a tutti, perché diventi il centro di ogni cuore e del mondo. Ci invia nelle nostre stesse famiglie per renderle più capaci e ricche di tenerezza, specie per gli anziani e per i giovani. Ci manda nelle imprese ove oggi, ancora una volta, si lotta per mantenere quel lavoro che garantisce il pane sulle nostre mense e costituisce fonte di dignità. Ci immerge nelle città in cui la pandemia ha fatto crescere ampie solitudini non solo tra gli anziani, ma anche tra le nuove generazioni. Ci sollecita a vivere con fede in mezzo ai nostri campi e ai pascoli, ove però il reddito scarseggia. Ci convoca nell’Eucaristia, per viverla quale sacramento di dono di noi stessi sino alla croce, soprattutto negli ospedali, nei luoghi della sofferenza, dell’emarginazione e della povertà”.
Il presule continua: “Gesù, che si fa carne e ci associa alla sua opera di redenzione, di trasfigurazione delle relazioni, delle istituzioni, del creato, desidera che siamo come Lui una missione. Non solo come persone che si sentono chiamate a fare qualcosa per servire un povero, un bisognoso, gli altri. Egli ci vuole missionari soprattutto per portare e donare Lui, in modo da essere cattolici ‘integrali’, non integristi”. Il cristiano “diviene luce, punto di riferimento per un mondo nuovo, se sa vivere in piena comunione con Gesù, in tutte le dimensioni della vita, inclusa la politica”.
Il vescovo conclude: “Con il Natale la vita divina si congiunge con quella dell’uomo. Non siamo soli nel nostro cammino. Mettiamo al centro del nostro cuore Gesù Cristo. Con Lui dentro il nostro animo diventeremo sempre più capaci di speranza, di evangelizzazione. La grande riforma che dobbiamo compiere in noi e nella Chiesa è accogliere Gesù, ascoltare quanto ci chiede e soprattutto immedesimarci nella sua figliolanza. Lasciamoci incontrare da Gesù per divenire sempre più conformi a Lui in tutto”.