“Anche noi, non da presuntuosi ma mendicanti di Dio, dobbiamo fidarci di Lui per ‘trasferire’ nella nostra vita gioia e stupore, anche quando sono velati da sofferenza, contrarietà, malattia. Anche noi, come i pastori, accolto il mistero, non possiamo restare fermi ma allargare il cuore, muoverci perché le nostre storie e quella della comunità cristiana vengano convertite”. È il messaggio dell’arcivescovo di Fermo, mons. Rocco Pennacchio, per il Natale. Nel messaggio l’arcivescovo fa riferimento ad un dipinto custodito nella chiesa di San Domenico a Fermo che ritrae l’Adorazione dei pastori. Autore è Giovan Battista Gaulli, detto Baciccio, artista genovese del Seicento che non richiedeva ai suoi soggetti di stare fermi ma consentiva loro di muoversi, così da essere colti in una posizione di sorpresa e spontaneità. “Il Baciccio – scrive mons. Pennacchio – seppe trasferire su tela il movimento dei pastori, la loro gioia e il loro stupore generati dall’essersi fidati dell’annuncio dell’angelo”. “Da quando Gesù è nato, duemila anni fa, possiamo compiere e ricevere ogni giorno segni di incarnazione negli ordinari piccoli gesti di bontà, di umanità. Se vivremo così, avremo Gesù nel cuore e la vita quotidiana ci apparirà un dono e non un peso insopportabile, perché abitata dalla Sua consolante presenza”.