Ambiente: Mite, firmato protocollo con Difesa e Ispra per la realizzazione di una nuova unità navale idro-oceanografica

Con la firma del protocollo d’intesa tra Ministero della Transizione ecologica (Mite), Difesa (rappresentata dallo Stato maggiore della Marina militare e dalla Direzione degli armamenti navali – Navarm – che opera in seno al Segretariato generale della Difesa) e Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) si dà avvio alle attività di progettazione e realizzazione della nuova unità navale multipurpose, che, ricorda una nota diffusa oggi dal Mite, “sarà a disposizione dell’Ispra per le attività di ricerca scientifica ed ambientale nel Mar Mediterraneo ed in particolare per il monitoraggio dei fondali e degli habitat marini. Il contratto di acquisizione verrà assicurato dall’Ispra in qualità di stazione appaltante con il supporto di Navarm per le attività di procurement, sia in fase di contrattualizzazione (elaborazione specifiche tecniche, procedimento di gara, aggiudicazione, etc.) sia di controllo costruzione”.
L’unità navale rappresenta il principale investimento in infrastrutture previsto dal progetto Pnrr – M2C4-3.5 – su “Ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini”.
“L’unità navale – spiega la nota – sarà in grado di ospitare venti tecnici/ricercatori e venti membri dell’equipaggio, avrà un’autonomia di trenta giorni e una propulsione full electric con capacità di mantenimento della posizione (Dynamic Positioning). Particolare attenzione sarà dedicata all’impatto sull’ambiente, con l’acquisizione della certificazione ‘Green Plus’, e ai bassi livelli di rumorosità per il monitoraggio del rumore sottomarino”.
L’unità sarà dotata delle “più moderne tecnologie disponibili nell’ambito della ricerca idro-oceanografica (tra l’altro, una torre a prua con stazione meteo e laboratorio per il monitoraggio della qualità dell’aria, oltre 100 metri quadrati di superficie destinata a laboratori per l’analisi dei campioni e oltre 50 metri quadrati di superficie destinati all’elaborazione dei dati scientifici)”.
Il potenziamento del sistema nazionale di osservazione del mare nelle acque di giurisdizione e oltre le 12 miglia permetterà “l’individuazione degli habitat marini maggiormente sensibili e la realizzazione di interventi di ripristino e protezione ambientale, in linea con gli obiettivi della Strategia per l’ambiente marino e della Strategia europea per la biodiversità al 2030”.

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