“È inaccettabile che, in un Paese che vuol essere tra i più avanzati, si debbano registrare così tanti e così gravi episodi di incidenti e infortuni sul lavoro, mortali o invalidanti. Le inchieste delle Magistrature hanno il compito di stabilire le cause specifiche per ciascuno di questi episodi: ma è evidente che c’è un problema ben più vasto e generale, che coinvolge l’intero sistema sociale ed economico”. Lo ha affermato questa mattina l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia pronunciata durante il funerale di Filippo Falotico, una delle tre vittime della tragedia del crollo della gru di sabato scorso in via Genova.
“Oggi, antivigilia di Natale, dappertutto vorremmo essere, ma non qui”, ha osservato l’arcivescovo, “non a celebrare una messa di sepoltura per Filippo e per ricordarlo insieme con i suoi due compagni Roberto e Marco”. “Invece – ha proseguito – la Chiesa e la città sono qui, vicino ai familiari e agli amici, a condividere un dolore così grande. Il lutto cittadino significa questo: che la scomparsa di questi lavoratori ci coinvolge tutti perché quella tragedia investe la vita, i problemi e le responsabilità di tutta la città”.
Riferendosi ai tropi incidenti sul lavoro, mons. Nosiglia ha poi sottolineato che “c’è bisogno, mi pare, di una adeguata legislazione, e di tutti quegli investimenti negli organismi di controllo affinché le leggi vengano applicate. E c’è anche una questione di mentalità: occorre comprendere che i costi della sicurezza sono il vero risparmio, sono il vero investimento, tanto per gli imprenditori che per i committenti e i lavoratori stessi”.