In questi giorni di Natale e fino al 10 gennaio la facciata della sede del quotidiano Avvenire, a Milano, sarà illuminata di verde coerentemente con la campagna “Diamo luce alla solidarietà” nata sulle pagine del giornale diretto da Marco Tarquinio: un invito a tutti i cittadini e alle organizzazioni ad accendere una luce verde alle finestre, sui balconi, sui presepi e sugli alberi natalizi, in segno di solidarietà alle migliaia di migranti costretti a vivere nelle aree di confine tra la Bielorussia e Polonia e Lituania.
“L’origine di questa testimonianza di solidarietà – si legge in una nota diffusa oggi da Avvenire – si deve proprio ad alcune famiglie polacche che hanno incominciato ad accendere lanterne verdi alle loro finestre per l’accoglienza dei profughi: le lanterne mirano a ricordare e onorare l’antico ed elementare dovere del soccorso e dell’ospitalità ed esprimono vicinanza ai profughi sospinti sulla frontiera, uomini, donne e bambini di fatto tenuti in ostaggio. Avvenire lo ha raccontato nei suoi reportage e ha poi lanciato la campagna”.
La campagna “Diamo luce alla solidarietà” è partita a novembre: “La lanterna verde è da allora disegnata sulla testata cartacea e online di Avvenire e vede di giorno in giorno moltiplicarsi le adesioni da parte di privati cittadini e di istituzioni civiche, delle parrocchie e del mondo dell’associazionismo, delle Ong e del sindacato. Tutti accomunati da un desiderio di umanità e di un’Europa unita dalla solidarietà vera”.
È una campagna rivolta a tutti, anche ai più piccoli: nelle pagine del settimanale Popotus, destinato ai bambini, è stato proposto di costruire una lanterna come segno di pace e di accoglienza, di fotografare l’opera e inviare l’immagine alla redazione perché sia pubblicata sul sito web.
“Queste luci non sono ‘contro’, ma ‘per’ – spiega il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio -. Sovvertono l’oscurità e parlano di noi e della nostra vera legalità e umanità a chi è oltre il muro, oltre la lunga e tragica ‘corona di filo spinato’ che abbiamo intrecciato ai confini del continente. E annunciano il giorno d’Europa che deve venire. Un giorno atteso, che ha radicalmente a che fare, per storia e per speranza, con la novità accesa dal Natale di Gesù”.