Venerdì 17 dicembre, Tv2000 ha ricordato Christian Delfini, un giovane dipendente scomparso nel giugno di due anni fa. Alla presenza dei genitori Daniele ed Olivia, del direttore Vincenzo Morgante, dell’amministratore delegato Massimo Porfiri e dei colleghi, si è svolta una cerimonia voluta da tempo e che purtroppo le limitazioni dovute alla pandemia avevano costretto più volte al rinvio.
Christian era un ragazzo di 27 anni, si legge nel ricordo dei colleghi, che sul luogo di lavoro ha portato dedizione, professionalità e fede, attraverso una testimonianza profonda e allo stesso tempo leggerissima, portata avanti con il sorriso nonostante i persistenti problemi di salute.
“Siamo molto grati a Christian – ha detto Massimo Porfiri – è nei nostri cuori e soprattutto nei cuori dei colleghi che lo hanno frequentato quotidianamente”.
Sulla targa commemorativa una frase: “La vita di ogni persona ha un valore, ancor più se questa è fragile”; è un pensiero preso da quella straordinaria testimonianza autobiografica di Christian pubblicata nel libro “Fatto di cristallo”, dove racconta la sua lotta contro la malattia, il dolore per la scomparsa del fratello, l’amore dei suoi genitori e amici. L’amore, è davvero l’unica cosa che rimane, quell’amore che rimarrà nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto, che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Quello stesso amore che ha spinto i suoi colleghi e i direttori di Tv2000 a ricordarlo negli anni attraverso questa targa che gli intitola uno dei suoi luoghi lavorativi più cari: la sala regia del telegiornale. L’informazione, il giornalismo, la radio, queste erano le passioni lavorative di Christian che proprio qui ha iniziato il suo percorso professionale, per passare poi al web.
La sua testimonianza, la sua intera vita, proseguono i colleghi, pesa e misura tutte le nostre, spogliandole di tante inutilità e facendone emergere il cuore pulsante, quello che dà il senso a tutto.
La mamma Olivia, ha voluto ricordare alcune parole che Christian ripeteva sempre, fino all’ultimo: “Dio ha fatto le cose fatte bene, mi ha dato tutto e mio fratello mi aspetta a braccia aperte”.
Dopo otto ore al giorno per cinque giorni a settimana, lavorando gomito a gomito, o anche solo incontrandolo a una pausa caffè, per i più fortunati in una cena, rimane il suo sorriso e la fede di un ragazzo che voleva essere normale, come tanti, e che invece per tutti è stato straordinario.