“Il mondo, oggi soprattutto, è totalmente interdipendente; tale condizione richiede uno sforzo inedito, perché questo cambiamento epocale ha reso obsolete le cornici interpretative del passato, che non sono più utili per comprendere il presente. Si tratta di progettare nuovi modelli di pensiero, per definire soluzioni alle urgenze che siamo chiamati ad affrontare: da quelle ambientali a quelle economiche, da quelle sociali a quelle demografiche”. Lo ha affermato ieri Papa Francesco, nel videomessaggio inviato per i cento anni di fondazione dell’Università Cattolica di Milano. “Noi non possiamo andare avanti con la categoria dell’illuminismo. Ci vuole un pensiero nuovo, creativo. L’Università Cattolica del Sacro Cuore può rappresentare un luogo privilegiato per lo sviluppo avanzato di tale elaborazione culturale. E qui ritorniamo alla relazione docenti-studenti – che è importante! –, che è una relazione dinamica, in tensione tra presente e futuro: insieme siete chiamati a pensare, programmare e agire avendo come orizzonte la casa comune di domani, a partire dalla realtà concreta di oggi”.
Il Papa ha poi rivolto un pensiero speciale agli studenti. “In questi tempi confusi, resi ancora più complessi dalla pandemia, vi ripeto: non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciatevi rubare la speranza! E non lasciatevi contagiare dal virus dell’individualismo. L’università è il luogo adatto per sviluppare gli anticorpi contro questo virus: l’università apre la mente alla realtà e alla diversità; lì potete mettere in gioco i vostri talenti e metterli a disposizione di tutti. Come studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, appartenete a una comunità di studi con solide radici, dalle quali potete attingere per la vostra formazione e per rinnovare, ogni giorno, l’entusiasmo di andare avanti e assumere la vostra responsabilità nella società, ma non diventare tradizionalisti delle radici, no: prendere dalla radice per crescere, per andare avanti, per giocarvi la vita. E questo è l’orizzonte che io vi propongo in questo centenario”.
Quindi la terza parola evocata da Bergoglio: servizio. “In realtà, questa parola potrebbe essere la prima, perché sempre una nuova istituzione comincia da fondatori che mettono la loro vita al servizio degli altri. E nel corso dei suoi cento anni, l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha dimostrato in più occasioni di essere fedelmente al servizio della Chiesa e della società. Lo testimonia l’impegno dei suoi docenti nell’attività quotidiana di ricerca e, per non pochi di essi, anche in ruoli di responsabilità all’interno delle istituzioni italiane e internazionali. Lo testimonia il lavoro del personale, che offre dedizione e intelligenza al fine di rendere possibile il funzionamento dell’Università. Un pensiero di gratitudine rivolgo proprio a ciascuno di voi, che fate parte di questa grande squadra; anche qui la logica è quella della uni-versitas: tutti insieme, tutti ‘verso’, ognuno nel suo specifico ruolo, ma tutti insieme, convergendo verso un orizzonte condiviso. Senza l’opera quotidiana di ciascuno di voi, questo progetto comune sarebbe più povero, mancherebbe di qualcosa, come se in un’orchestra mancassero il timbro e la tonalità di alcuni strumenti, apparentemente meno importanti”.