Con riferimento al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 Onu, il Rapporto Asvis “I territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” rivela che tra le province italiane le disuguaglianze risultano diminuite per la salute (goal 3), la parità di genere (5), l’acqua ed i servizi igienico sanitari (6), le città e le comunità sostenibili (11) e la produzione ed il consumo responsabili (12).
Al contrario si registra un aumento delle differenze territoriali per l’istruzione (4), il lavoro e la crescita economica (8), l’innovazione e le infrastrutture (9), gli ecosistemi terrestri (15) e la giustizia e le istituzioni solide (16). e Città metropolitane Per tre Target si riscontra una situazione positiva in oltre il 50% delle città metropolitane: per i laureati, per l’efficienza energetica e per il sovraffollamento negli istituti di pena. Al contrario, per nove target si segnalano andamenti negativi che accomunano la maggioranza delle Città metropolitane: i feriti per incidente stradale, l’efficienza della distribuzione dell’acqua, le energie rinnovabili il tasso di occupazione, la quota di giovani che non studiano e non lavorano (Neet), l’offerta del trasporto pubblico locale, la qualità dell’aria, la produzione di rifiuti urbani ed il consumo di suolo annuo.
Per mettere il Paese su un sentiero di sviluppo sostenibile il Rapporto indica la necessità di un sistema multilivello di strategie e agende per lo sviluppo sostenibile incardinato sugli strumenti di programmazione degli enti. Occorre inoltre una strategia territoriale nazionale per la rigenerazione urbana, il consumo di suolo e i principi fondamentali per il governo del territorio; un’azione di coordinamento di tutti i programmi di rigenerazione urbana già finanziati, oltre all’elaborazione dell’Agenda urbana nazionale da parte del Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu). E ancora: bisogna introdurre nei bandi del Pnrr una norma applicativa del 40% delle risorse territorializzabili per il Sud; vanno introdotti sistemi di pagamento già previsti dalla legislazione vigente per i Servizi ecosistemici e ambientali (Psea); infine, il Rapporto sottolinea la necessità di acquistare mezzi del trasporto pubblico locale elettrici per le aree urbane e a idrogeno verde o biometano per le tratte interurbane con i contributi statali a partire dal 1° gennaio 2022.