Il Centro Astalli esprime “seria preoccupazione” per le misure eccezionali proposte dalla Commissione europea per gestire la situazione al confine tra Polonia e Bielorussia. “Ancora una volta la priorità sono i confini e non le persone – afferma il Centro dei gesuiti per i rifugiati -. Invocare misure eccezionali, in deroga alle norme Ue sui migranti, per poche migliaia di persone che chiedono di entrare in Europa sarebbe surreale se non si trattasse di una tragedia umanitaria che riguarda realmente esseri umani in cerca di protezione e accoglienza”. Il Centro Astalli è contrario alla procedura di asilo alla frontiera perché “non garantisce le tutele necessarie ai richiedenti protezione internazionale e il rispetto dei diritti umani fondamentali. Le procedure accelerate, inoltre, non assicurano l’individuazione e la tempestiva presa in carico delle persone più vulnerabili, per le quali una pronta accoglienza può essere decisiva per la stessa sopravvivenza. Prevedere misure di reclusione dei migranti come forma di deterrenza e respingimento alla frontiera è contrario alle norme in vigore”. “È chiaro che si tratta ancora una volta di misure ideologiche e demagogiche di chi vuole irrealisticamente un’Europa chiusa, isolata e sempre più fortezza impenetrabile – dichiara padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli -. Si strumentalizzano le persone, trattandole alla stregua di cose. Cos’è questa se non una moderna forma di schiavitù? Oggi ricorre la Giornata mondiale per l’abolizione della schiavitù: non è un concetto lontano ma è ben radicato in Europa dove si stanno sacrificando le persone per interessi di parte”. “I migranti non possono rappresentare un’emergenza e il nemico da cui difendersi – conclude -. Sono una presenza che va governata e gestita nel rispetto dei diritti di tutti”.