“Onorandomi con questo riconoscimento, voi riconoscete il lavoro di tutto il personale delle Nazioni Unite che opera per la pace in tutto il mondo: i diplomatici, gli operatori umanitari, gli esperti in materia di sviluppo e le forze di pace, che sfidano il male per salvaguardare e promuovere la pace”. Così Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, collegato via video da New York a causa del Covid-19, ha cominciato il discorso di accettazione della Lampada della Pace, la cui cerimonia è in corso ad Assisi. “Le Nazioni Unite sono state istituite in nome della pace, dopo gli orrori delle due guerre mondiali scoppiate in Europa”, ha ricordato il segretario generale: “La pace rimane la nostra stella cometa e il nostro più prezioso obiettivo. Ci troviamo oggi in questo luogo uniti dal comune desiderio di perseguire la pace”. “Fin dai primi focolai di Covid-19, mi è stato chiaro che la pandemia avrebbe rappresentato una nuova minaccia alla pace e ho immediatamente richiesto il cessate il fuoco a livello mondiale per poter combattere insieme il nostro comune nemico: il virus”, ha rivelato Guterres, che ha assicurato: “Ho intenzione di utilizzare il mio secondo mandato per portare avanti iniziative di pace, intervenendo come mediatore per costruire ponti e portare un messaggio di speranza”, in un momento in cui “molti paesi e intere regioni sono interessati da prolungati conflitti, di cui non si intravede la fine”. “Il nostro modello produttivo non sostenibile e le nostre abitudini consumistiche stanno provocando una triplice crisi planetaria, che si manifesta con squilibri climatici, una catastrofica perdita di biodiversità e livelli di inquinamento tali da uccidere ogni anno milioni di persone”, l’analisi sulla scorta della Laudato sì di Papa Francesco: “La guerra che abbiamo dichiarato alla natura sta mettendo in pericolo la vita umana sulla terra, oltre che la vita di molte altre specie animali e vegetali. I cambiamenti climatici provocano incendi boschivi, inondazioni, siccità e altri fenomeni meteorologici estremi che colpiscono ogni continente”. “Abbiamo bisogno di una solidarietà globale, non soltanto per ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 45 percento entro il 2030, ma per sostenere le comunità e i paesi che annaspano sotto l’urto di questa crisi”, l’appello del segretario generale dell’Onu: “I paesi in via di sviluppo hanno urgente bisogno di accedere ai finanziamenti per il clima, per poter adattare le proprie infrastrutture ed economie, e migliorare la propria resilienza. È questa la strada per il futuro. Il nostro benessere dipende dalla nostra capacità di ripristinare e tutelare la salute del nostro pianeta e di tutto il creato. San Francesco l’aveva capito: esiste un profondo nesso tra una vita vissuta in armonia con l’ambiente e la pace tra gli uomini”.