L’avanzare dei contagi con i limiti alle frontiere rovina le vacanze all’estero di 2,1 milioni di italiani che prima della pandemia avevano varcato i confini nazionali per le festività di Natale e Capodanno. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè in riferimento alle nuove restrizioni decise dall’Italia e altri Paesi per la variante Omicron che spinge a dire addio alle grandi capitali europee e alle destinazioni più lontane.
Un situazione che provoca anche una diffusa incertezza che sta facendo posticipare prenotazioni e programmi di fine anno e spinge un numero crescente di italiani a rimanere in patria. A far la parte del leone delle ferie a km zero sono soprattutto i piccoli borghi nei quali l’ospitalità è garantita da una rete composta da 24mila strutture agrituristiche con 253mila posti letto e quasi 442mila posti a tavola.
Ma l’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante – continua Coldiretti – anche per la ricerca del buon cibo con il 16% dei vacanzieri che partecipa ad eventi gastronomici che aiutano a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy a partire dagli oltre 5mila prodotti alimentari tradizionali coltivati da generazioni dagli agricoltori che non hanno solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale ma garantiscono la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate.
Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.