“La scuola cattolica ha fatto tesoro dell’esperienza pandemica, si è attrezzata per affrontare situazioni di emergenza, potendo contare anche su quel ‘supplemento d’anima’ che la caratterizza da sempre”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, nel corso della presentazione, oggi nell’aula “Aldo Moro” del ministero dell’Istruzione, alla presenza del ministro Patrizio Bianchi, del XXIII Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, redatto a cura del Centro studi per la scuola cattolica (Cssc) della Cei (ed. Scholè, 2021). “Non è solo l’attrezzatura tecnologica – ha osservato mons. Russo – a poter salvare la scuola nelle situazioni di emergenza come nell’ordinaria amministrazione. La grande domanda di relazione, di contatto, di vicinanza deve essere soddisfatta con una coerente riscoperta della centralità della persona umana nella relazione educativa e con la ricostruzione della prassi scolastica a partire da questi valori fondamentali”. Il segretario generale Cei ha inoltre dato atto al ministro Bianchi “di essersi impegnato strenuamente, con tutto il Governo, per far ripartire questo anno scolastico con modalità che garantissero (nei limiti del possibile) lo svolgimento dell’attività didattica ‘in presenza’, il benessere e la sicurezza di tutti. Non era facile ma era doveroso”. “Questo sforzo – ha aggiunto – testimonia quanto sia essenziale la qualità del sistema educativo davanti alle sfide epocali, sociali e culturali, che il Paese deve
affrontare insieme”. Le scuole cattoliche – ha concluso – “sono da tempo (già da prima della pandemia) impegnate su questa strada, con competenza e passione educativa. Mi auguro che il loro servizio al bene comune sia sempre più qualificato e riconosciuto pubblicamente, e che i loro esempi migliori possano essere considerati patrimonio dell’intero sistema educativo di istruzione e formazione”.