(da Strasburgo) “La crisi dei rifugiati del 2015, l’ondata di attacchi terroristici sul territorio europeo e la pandemia di Covid-19 hanno messo a dura prova lo spazio Schengen”. I Paesi europei sono impauriti, le popolazioni intimorite: pressioni migratorie, terrorismo e criminalità, pandemia spingono l’Ue a puntare sulla sicurezza e su nuove chiusure. Lo conferma, in conferenza stampa a Strasburgo, il vicepresidente della Commissione, il greco Margaritis Schinas. “Abbiamo la responsabilità di sostenere la governance di Schengen e garantire che gli Stati membri – afferma – siano dotati di strumenti atti a fornire una risposta rapida, coordinata ed europea alle situazioni di crisi, anche nei casi in cui i migranti siano strumentalizzati. Con le proposte odierne rafforzeremo questo fiore all’occhiello, così rappresentativo dello stile di vita europeo”. La Commissione propone dunque norme aggiornate “volte a rafforzare la governance dello spazio Schengen”, le cui modifiche “miglioreranno il coordinamento dell’Ue e doteranno gli Stati membri di strumenti migliori per affrontare le sfide emergenti nella gestione sia della frontiera esterna comune che delle frontiere interne nello spazio Schengen”. La situazione al confine tra Bielorussia, Polonia e Paesi baltici, assieme agli sbarchi nel Mediterraneo e alla “rotta balcanica”, non sono estranei a questa proposta, che ora andrà al vaglio dei colegislatori: Parlamento e Consiglio dei ministri Ue.