“Negli ultimi anni la Chiesa che è in Italia ha garantito oltre 700 posti di accoglienza per i profughi giunti da Kabul con i ponti aerei e, recentemente, la Cei ha firmato un nuovo protocollo con il governo italiano per l’apertura di un corridoio umanitario da Iran e Pakistan per trasferire in Italia, in modo legale e sicuro, rifugiati afghani”. Lo ha detto oggi a Roma mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, aprendo l’incontro per la presentazione del Report 2021 su “Il diritto d’asilo” a cura della Fondazione Migrantes. “Questo rapporto – ha affermato – entra nel merito della mobilità forzata, cioè quella delle persone che si confrontano sia nel loro Paese di origine sia durante il tragitto con privazioni, torture e violazioni dei diritti. Queste purtroppo non cessano neanche alle porte o dentro l’Unione europea. Mai come quest’anno c’è una contraddizione – uno scandalo – stridente e conclamata tra le parole di Papa Francesco e le immagini che ci arrivano dalle diverse frontiere marine e terrestri del nostro continente”, ad esempio la situazione in Grecia, “le violenze e le umiliazioni lungo la rotta balcanica, i campi di confinamento, le navi con le persone appena salvate in mare tenute fuori dai porti, i migranti e i rifugiati bloccati al confine tra Bielorussia e Polonia tenuti a distanza con idranti e lacrimogeni”. Senza dimenticare “i tanti che non riescono neanche più ad arrivare ai confini di questo continente, morti in mare o morti in terra di freddo o rimandati nei campi di prigionia in Libia”. Mons. Russo ha concluso il suo intervento auspicando che “gli ostacoli verso un noi sempre più grande” possano essere superati “attraverso il riconoscimento dell’altro e del valore dell’accoglienza”.