“Grazie a quanti stanno facendo grandi cose negli ospedali, nelle strutture di assistenza e nelle case di riposo in questi mesi difficili, testimoniando che ogni vita merita di essere tutelata, aiutata e accompagnata”. È il tributo espresso questa mattina dal vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, nel corso della visita prenatalizia al Servizio hospice e cure palliative dell’ospedale di Bolzano.
Il vescovo ha sottolineato che proprio la pandemia mostra quanto sia importante accompagnare le persone malate e morenti: “Il Covid ci mostra che abbiamo più che mai bisogno di persone che non abbiano paura del contatto, che trasmettano vicinanza umana ai malati e ai sofferenti, che sostengano sempre la loro dignità nonostante le fragilità”.
L’emergenza sanitaria anche quest’anno non ha consentito a mons. Muser di presiedere la consueta celebrazione ma il vescovo ha voluto portare il suo saluto e incoraggiamento ai pazienti nelle loro stanze e si è intrattenuto con il personale del Servizio guidato dal primario Massimo Bernardo, con i familiari e con i volontari dell’associazione “Il papavero-Der Mohn”.
La pandemia, secondo mons. Muser, ha reso evidente cosa succede “quando si perde la rete di vicinanza umana nella malattia e nel lutto: i malati e i moribondi non hanno potuto e non possono ricevere visite, o solo in misura molto limitata”. Questa esperienza “ci dice che oggi più che mai c’è bisogno di persone che non abbiano paura del contatto con chi soffre, che sappiano trasmettere vicinanza umana e mostrino così che tutti – ha concluso – hanno dignità e valore, nonostante le fragilità e infermità”.