“Dal 2012 al 2020 diminuiscono anche i nati con almeno un genitore straniero (quasi 19mila in meno) che, con 88.345 unità, costituiscono il 21,8% del totale dei nati, oltre 4mila in meno solo nell’ultimo anno”. Lo rileva oggi l’Istat nel report “Natalità e fecondità della popolazione residente” riferito all’anno 2020.
“I nati da genitori entrambi stranieri, scesi sotto i 70mila nel 2016, arrivano per la prima volta nel 2020 sotto la soglia dei 60mila (59.792, -2 mila in meno rispetto al 2012), anche per effetto delle dinamiche migratorie nell’ultimo decennio, e costituiscono il 14,8% del totale dei nati. Le grandi regolarizzazioni del 2002 hanno dato origine, negli anni 2003-2004, alla concessione di circa 650mila permessi di soggiorno, in gran parte tradotti in un ‘boom’ di iscrizioni in anagrafe dall’estero (oltre 1 milione 100mila in tutto)”.
Le boomer, che hanno fatto il loro ingresso o sono “emerse” in seguito alle regolarizzazioni, osserva l’Istituto nazionale di statistica, “hanno realizzato nei dieci anni successivi buona parte dei loro progetti riproduttivi nel nostro Paese, contribuendo in modo importante all’aumento delle nascite e della fecondità di periodo. Ma le cittadine straniere residenti, che finora hanno parzialmente riempito i ‘vuoti’ di popolazione femminile ravvisabili nella struttura per età delle donne italiane, stanno a loro volta invecchiando”.
I nati in coppia mista, passati da 27.445 del 2012 a 28.553 del 2020, “presentano un andamento oscillante”. Il crescente grado di “maturità” dell’immigrazione nel nostro Paese, testimoniato anche dal notevole aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana, rende però sempre più complesso misurare i comportamenti familiari dei cittadini di origine straniera. Nel 2020 “hanno acquisito la cittadinanza italiana 131.803 stranieri. Le donne sono 65.203, il 49,5% del totale e, di queste, il 59,2% ha un’età compresa tra 15 e 49 anni”.
L’incidenza delle nascite da genitori entrambi stranieri sul totale dei nati è “notoriamente molto più elevata nelle regioni del Nord (21,2% sia nel Nord-est che nel Nord-ovest) dove la presenza straniera è più stabile e radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (16,6%); nel Mezzogiorno l’incidenza è molto inferiore rispetto al resto d’Italia (5,9% al Sud e 5,1% nelle Isole)”.
“L’impatto dei comportamenti procreativi dei cittadini stranieri – osserva l’Istat – è più evidente se si estende l’analisi al complesso dei nati con almeno un genitore straniero, ottenuti sommando ai nati stranieri le nascite di bambini italiani nell’ambito di coppie miste. La geografia è analoga a quella delle nascite da genitori entrambi stranieri ma con intensità più elevate: in media nel 2020 ha almeno un genitore straniero il 30,5% dei nati al Nord e il 24,6% al Centro; al Sud e nelle Isole le percentuali calano a 9,6% e 8,6%”.