“Grazie per questa visita, con la quale avete voluto ricambiare quella che vi feci nel 2013 in occasione del mio primo pellegrinaggio ad Assisi”. È il saluto del Papa ai membri dell’Istituto Serafico di Assisi, ricevuti in Aula Paolo Vi in occasione del 150° anniversario di fondazione dell’Istituto. “Mi unisco alla vostra gioia e alla vostra festa”, ha proseguito Francesco, rivolgendo “un abbraccio innanzitutto ai ragazzi: quelli che hanno potuto affrontare il viaggio e quelli che sono rimasti a casa. Sono essi il centro della vostra missione. Insieme con loro accolgo quanti li accompagnano nelle più diverse mansioni, ma anche quanti offrono un sostegno cordiale a questa grande opera, dalle famiglie dei ragazzi stessi alle istituzioni”. “Ricordo bene l’ora che trascorsi con voi ad Assisi”, il riferimento alla prima tappa del primo dei cinque viaggi di Francesco nella città umbra: “Ero venuto a mettermi sulle orme del Santo di cui ho preso il nome. L’incontro con i vostri ragazzi, che salutai uno per uno, mi fece rivivere, in qualche modo, quell’abbraccio agli ultimi che caratterizzò la vita di San Francesco. Egli si fece povero, sull’esempio di Gesù, per stare pienamente dalla parte degli ultimi. Il suo abbraccio a un lebbroso racchiude il senso di tutta la sua vita”. “Nel Testamento dice che proprio con quell’abbraccio cominciò la sua conversione”, ha ricordato il Papa: “In quelle persone malate ed emarginate vide Gesù. Si chinò sulle loro piaghe. Li mise al centro dell’attenzione della società, anche allora tentata da quella ‘cultura dello scarto’ che fa concentrare la ricchezza nelle mani di pochi, mentre tanti restano ai margini, percepiti come un peso, a stento degnati di un’elemosina”. Poi il riferimento a San Ludovico da Casoria: “da vero francescano, aveva assimilato il messaggio del Padre Serafico. Nella sua carità creativa e generosa, non ci pensò due volte quando, in un pellegrinaggio ad Assisi, pregando davanti al Crocifisso, ne ascoltò la voce che, con un triplice ‘sì’, gli confermava l’ispirazione di fondare un istituto dedicato a ciechi e sordomuti, categorie a quel tempo prive del necessario sostegno sociale. Da allora l’Istituto Serafico ha fatto grandi passi, crescendo nella sua offerta di servizi fino ad accogliere ragazzi in stato di grave e multipla disabilità, e si è distinto per la professionalità con cui svolge la sua missione, riscuotendo un meritato plauso dalla stessa comunità scientifica”.