“Poniamoci dalla parte di chi soffre, di chi non immagina mai di usare qualsiasi forma di violenza”. Lo ha detto ieri sera mons. Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, nel corso della recita del Rosario organizzato dalla Caritas diocesana su uno dei luoghi della città di sfruttamento e schiavitù delle donne. “Questo momento di preghiera ci riporta a quanta violenza potenziale ci sta attorno a noi – ha affermato il presule -. Voglio scuotere le coscienze: potenzialmente siamo tutti violenti. Quante scene vediamo in tv: ciò che ci fa raggelare sono i cuori freddi che non si rendono conto del male che fanno”. Il presule reggino ha richiamato l’esperienza di San Giuseppe, ricordando che “la sua custodia e la sua cura hanno protetto la Vergine davanti a una fine drammatica”. “Ognuno di noi – ha concluso – si porti dentro questo messaggio: dove c’è la violenza, ciascuno sia segno della custodia di Dio”.