“Circa 40 anni fa Antonio Pizzi andò in Uganda per girare un film sui coccodrilli. Quando vide le difficoltà della popolazione locale, decise di rimanere lì per un po’ di tempo: sono diventati quattro decenni. Durante la sua recente visita alla scuola media di Bressanone il missionario laico è stato bombardato di domande sulla vita quotidiana con gli animali della savana, le sfide nel mondo del lavoro, ma anche l’educazione e le cure mediche”. Lo ricorda una nota diffusa oggi dalla diocesi di Bolzano-Bressanone. Un punto centrale della sua presentazione è stato il progetto “Piantare una foresta di vita”, che l’Ufficio diocesano per il dialogo ha avviato assieme all’Ufficio missionario diocesano e di cui Antonio Pizzi è il principale responsabile.
Il progetto, spiega la nota, “punta alla riforestazione in un’area collinare nella diocesi ugandese di Kabale. L’Ufficio missionario ha già contribuito in passato a piantarvi 150mila pini, proprio in collaborazione con Antonio Pizzi, che hanno un’influenza positiva sul microclima: le foreste assicurano infatti una maggiore quantità di acqua immagazzinata nel suolo, che permette di prevenire la sua erosione, e gli alberi sono diventati una fonte di reddito supplementare per la popolazione locale”.
A Bressanone “il missionario laico ha spiegato che molte parrocchie sono ora sensibili al progetto e hanno iniziato a loro volta un’opera di riforestazione e coltivazione. Un alberello costa circa 30 centesimi e gli studenti di Bressanone volentieri hanno dato il loro contributo per far parte di questo progetto ambientale. In cambio hanno ricevuto un attestato di ringraziamento e un piccolo dono legato al tema della sostenibilità”.
Il progetto in Uganda “Piantare una foresta di vita“ è sostenuto anche dall‘Istituto diocesano De Pace Fidei, che vede nella tutela degli alberi e nel rimboschimento una modalità per raggiungere in modo congiunto i suoi obiettivi in materia di giustizia, pace e salvaguardia del creato. “Chi provvede a piantare alberi e a coltivarli, non pensa solo al futuro proprio ma anche s quello delle future generazioni che ne godranno i frutti. E saranno frutti sia materiali che spirituali, se è vero quanto attestava san Bernardo di Chiaravalle: ‘Troverai più nei boschi che nei libri!’”, sottolinea don Paolo Renner, direttore dell’Istituto De Pace Fidei. Info: www.bz-bx.net/it/alberello.