Afghanistan: Caritas Ambrosiana, il 15 dicembre a Milano le testimonianze da “un Paese martire”

Mercoledì 15 dicembre, alle 21, nella Basilica di Sant’Ambrogio, il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, parteciperà all’incontro “Inferno Afghanistan. Voci da un Paese martire”. La serata, introdotta da mons. Carlo Faccendini, abate di Sant’Ambrogio, e da Michele Brignone, direttore della Fondazione Oasis, avrà al centro le testimonianze di persone che sono fortunosamente riuscite a scappare dal Paese ma hanno lasciato le proprie famiglie e la propria gente in balìa del sistema di terrore dei talebani.
In particolare parleranno suor Shahnaz Bhatti, suora pakistana della Carità di Santa Giovanna Antida, già responsabile del Centro diurno per bambini disabili mentali a Kabul; Mirwais Azimi, docente universitario di Herat, fuggito con la moglie e ospite della Casa della Carità; Najma Yawari, studentessa, arrivata in Italia da Lesbo con i corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio. L’evento, organizzato dal Centro Pime con il patrocinio dell’arcidiocesi di Milano, in collaborazione con Caritas Ambrosiana, Casa della Carità, Fondazione Oasis, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Meet Human e AsiaNews, si inserisce nel percorso verso il Festival della Missione 2022 promosso da Cimi (Conferenza istituti missionari in Italia) e Fondazione Missio, organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana. Questa estate, subito dopo la caduta di Kabul nelle mani dei talebani, Caritas Ambrosiana si è mobilitata per dare ospitalità ai primi afghani che erano riusciti a scappare dal Paese, grazie al programma di evacuazione organizzato dall’ambasciata italiana a Kabul e i ministeri degli Esteri e dell’Interno italiani. Oggi accoglie nelle strutture gestite dalle proprie cooperative (Farsi Prossimo, Intrecci, Novomillennio, Sociosfera) per conto delle Prefetture e dei Comuni 54 persone. Dopo aver garantito beni di prima necessità agli ospiti, spesso scappati dalla sera alla mattina soltanto con quello che avevano addosso, in questi mesi gli operatori hanno assistito le famiglie nelle pratiche burocratiche per il riconoscimento dello status di rifugiati politici, per l’inserimento dei bambini a scuola e degli adulti nei corsi di lingua italiana.

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