Dopo lo choc causato dai ripetuti lockdown per le imprese ad impatto sociale c’è stato un rimbalzo dei valori economici ed occupazionali che tornano sui livelli precedenti l’emergenza sanitaria. Le imprese interpellate stimano un +4,7% di aumento del volume delle entrate e un +5,5% di aumento dei posti di lavoro. È quanto emerge dal XV Osservatorio Isnet, realizzato con il patrocinio del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che è stato presentato oggi in conferenza stampa digitale.
Dai dati diffusi, il rimbalzo per le imprese sociali A e A+B attive negli ambiti dell’assistenza sociale e sanitaria è ancora più marcato (+7,7% del volume delle entrate, +9,1 incremento posti di lavoro). “L’emergenza in atto – è stato spiegato – ha favorito alcuni ambiti di attività a discapito di altri che hanno subito maggiormente le conseguenze del distanziamento e delle chiusure. Cresce progressivamente negli ultimi 5 anni la quota di fatturato proveniente dalla vendita di prodotti e servizi ad aziende e cittadini e diminuisce quella proveniente da contratti e convenzioni con enti pubblici e locali (36,3% quota di fatturato da privati e 53,2% quota di fatturato da pubblico che nel 2017 rappresentava il 62% delle entrate)”.
Anche gli indicatori di capacità innovativa, dopo il crollo dello scorso anno, rimbalzano sui valori pre-emergenziali in alcuni casi anche con importanti incrementi: è il caso degli investimenti per il miglioramento dei prodotti e servizi esistenti (72% a fronte del 20,5% nel 2020 e del 59% nel 2019) o il miglioramento dei processi e della organizzazione interna (67,5% a fronte del 42,8% nel 2020 e del 58% nel 2019). La quota di innovatori che esprime la maggior parte di investimenti (da 3 a 5 ambiti nell’ultimo anno), è pari al 46,5% delle 500 organizzazioni coinvolte ed esprime il miglior andamento economico ed occupazionale (+5% e + 7,3%) e una più alta capacità di coinvolgimento dei giovani (+4,7%).