Si è conclusa ieri sera la prima assemblea diocesana, indetta dall’arcivescovo Giuseppe Baturi, attraverso la quale la Chiesa di Cagliari ha aggiunto “un importante tassello alla preparazione del cammino sinodale”, si legge in una nota. L’iniziativa ha goduto della partecipazione di circa 1200 persone tra laici e consacrati.
“L’assemblea ha – prosegue la nota – offerto un’occasione propizia per sperimentare la cosiddetta ‘modalità mista’, a cura dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, riuscendo così a coinvolgere tutti i territori della diocesi. È stata infatti allestita una cabina di regia nell’aula magna del seminario e altre 17 sedi si sono avvalse del collegamento online da diversi comuni della diocesi.
Ad aprire la serata è stata una preghiera introduttiva curata dall’Ufficio liturgico diocesano. Subito dopo si sono succedute le relazioni di mons. Giuseppe Baturi e di Silvia Piras, componente della Commissione sinodale diocesana che ha fornito le indicazioni metodologiche per il cammino sinodale.
I presenti in sala, circa 160 persone, e coloro che si trovavano collegati online dalle diverse sedi hanno potuto poi partecipare attivamente ai lavori in pieno stile sinodale, offrendo spunti di riflessione e osservazioni, culminate nell’ultima parte della serata in un dialogo con i relatori.
Partecipazione, comunione, interrogarsi: sono alcune delle parole chiave emerse dal confronto e riprese da mons. Baturi nella sintesi finale, condivisa con l’assemblea. “Il Sinodo – ha affermato – esprime sia il movimento dell’essere convocati e raccolti nell’unità, grazie a una dinamica di convergenza, sia il movimento di un cammino verso una meta, dell’andare insieme ai fratelli verso Cristo e portare il vangelo al mondo. A ben guardare è il tema di questo Sinodo dei vescovi 2023 per il quale il Papa convoca tutte le Chiese particolari a una grande iniziativa di incontro, ascolto e discernimento: ‘Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione’. Sono dimensioni che indicano il mistero della Chiesa, delle quali siamo invitati ad avere viva memoria”.
La Chiesa del dialogo è infatti una Chiesa sinodale, e la fase diocesana è fondamentale perché implica l’ascolto di tutti i battezzati. Fondamentale sarà maturare una vera mentalità sinodale che risponda alle aspettative riposte dal Pontefice. “È un bel dono – ha concluso – ed è un compito provvidenziale questo cammino, perché può aiutarci a tornare all’essenziale, a ricomprendere e vivere la gioia della Chiesa, del suo stile, del suo modo di essere davanti al Signore risorto e nel mondo. Non è un impegno in più ma un movimento di riscoperta”.