“Nel 2020 sono state effettuate 1.303 nuove diagnosi di infezione da Hiv, erano 2.473 nel 2019. Questa diminuzione dei casi potrebbe far pensare erroneamente che l’Hiv non rappresenti più un problema. In realtà questa diminuzione è data dall’impatto del Covid sui servizi sanitari e di conseguenza sull’esecuzione dei test Hiv”. Maria Stagnitta, referente per l’Hiv/Aids del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca), in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids invita a non abbassare l’attenzione dinanzi a una situazione che resta critica per molti aspetti. “L’80% dei casi di Aids segnalati nel 2020 era costituito da persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di Aids. Questo conferma che, ancora oggi, si arriva troppo tardi alla diagnosi e, dunque, alle cure necessarie”, evidenzia.
“Oggi – nota Stagnitta – abbiamo tutti gli strumenti per vincere la battaglia contro il virus dell’Hiv e raggiungere entro il 2030 gli obiettivi fissati dall’Oms: il 95% di tutte le persone che vivono con l’Hiv devono conoscere il loro stato di Hiv; il 95% di tutte le persone con diagnosi di infezione da Hiv deve essere in terapia; il 95% di tutte le persone in terapia deve aver raggiunto la soppressione virale, cioè l’azzeramento della carica virale. Tuttavia, è imprescindibile che le istituzioni interessate, in primis il ministero della Salute, promuovano forti e incisive campagne di comunicazione che accrescano la consapevolezza sui comportamenti a rischio e incentivino l’accesso al test per arrivare a una diagnosi il più precocemente possibile. L’attività di informazione dovrebbe poi far conoscere un dato fondamentale: una persona con Hiv che assume una terapia farmacologica adeguata raggiunge la soppressione virale e, dunque, non è più in grado di trasmettere il virus (undetectable = untrasmittable). Questa evidenza può aiutare a ridurre lo stigma e ad incoraggiare le persone che convivono con l’Hiv ad aderire al trattamento. Le azioni di comunicazione dovrebbero dare informazioni adeguate anche sulla Ppe (profilassi post esposizione) e la Prep (profilassi pre esposizione).