Al Forum mondiale della democrazia 2021 sul tema “La democrazia può salvare l’ambiente?” è stato presentato anche il progetto “Democratizzare la legge per la giustizia ambientale in Kenya” proposto da Natural Justice in un laboratorio svoltosi questa mattina nel Palazzo d’Europa a Strasburgo, dove i lavori proseguiranno fino a domani. “Natural Justice è una organizzazione primariamente di avvocati e lavoriamo per sostenere quei membri delle comunità che non possono permettersi di avere avvocati. Li sosteniamo formandoli sulle leggi in modo che loro possano capire i loro diritti riguardo le loro terre e risorse. Li rappresentiamo anche nei tribunali per combattere per i loro diritti. Spesso questo è contro grossi cervelli, grandi progetti di infrastrutture e strade, progetti in cui le comunità sentono non essere stati adeguatamente coinvolti”. Sono queste le parole di Gino Cocchiaro, figlio di genitori italiani emigrati in Australia quando erano ancora piccoli, e oggi anche lui emigrato in Kenya dove ricopre il ruolo di direttore dei programmi e dello sviluppo per Natural Justice. “La situazione in Kenya, da un punto di vista ambientale, è difficile al momento: ci sono e ci saranno in misura sempre maggiore massicci impatti dei cambiamenti climatici soprattutto nelle zone costiere del Paese”, dichiara Cocchiaro, sottolineando come l’intento del Paese sia quello di svilupparsi massicciamente, con il rischio di ricadute pesanti sui circa 44 milioni di persone che vivono in aree rurali fuori delle grandi città come Mombasa e Nairobi, e che sopravvivono proprio grazie a quella terra in cui vivono. “Abbiamo avuto risultati variegati e alcuni sono stati molto positivi”, aggiunge, portando come esempio il lavoro fatto per evitare che industrie sorgessero sulla costa del Kenya vicino a Malindi, meta turistica per molti italiani, o la battaglia vinta dalle comunità locali in tribunale contro con il Governo che aveva proposto un bando per costruire l’oleodotto più grande di tutta l’Africa orientale. “Le conferenze come il Forum mondiale sulla democrazia sono spazi molto importanti per discutere che cosa sta avvenendo nel mondo, in alcune delle realtà”, prosegue Cocchiaro che non nasconde il rischio di divenire troppo teorici quando si parla di democrazia e, per questo motivo, auspica l’aumento di discussioni che coinvolgano più persone possibili nel mondo, per discutere su come la democrazia funziona non solo in Europa ma anche in Asia, Africa e America centrale e meridionale. “Il mio sogno è la cosa di cui abbiamo bisogno, certamente la più urgente, e ha a che fare con la crisi climatica che stiamo indubbiamente affrontando: che abbiamo più voci possibili, specialmente dalle regioni e dai Paesi in cui le voci spesso non sono ascoltate con attenzione, perché loro possano essere parte di queste nuove decisioni per fare cambiamenti in vista del miglioramento di questo mondo”, conclude.