Nicaragua: elezioni, plebiscito per Ortega. Ma “Urnas Abiertas” indica l’80 per cento di astensionismo. Segnalate violenze nei seggi

Sono state “elezioni farsa”: questo il termine usato anche dal presidente degli Usa Joe Biden, quelle che si sono svolte ieri in Nicaragua. Scontata, dopo l’arresto dei candidati che gli si opponevano, l’ennesima vittoria di Daniel Ortega, il leader che, dopo aver guidato il Paese negli anni Ottanta, subito dopo la rivoluzione sandinista, è tornato al potere nel 2007, senza più lasciarlo. Le proteste popolari del 2018 sono state represse nel sangue, con l’arresto di numerosi leader dell’opposizione, difensori dei diritti umani e giornalisti. I primi dati ufficiali parlano di una vittoria con una percentuale di quasi l’80 per cento. Secondo l’osservatorio indipendente Urnas Abiertas l’astensione è stata fortissima, attestandosi tra il 79 e l’84 per cento degli elettori. Molti, insomma, hanno ascoltato le parole, non dirette ma chiare nel loro significato, pronunciate il 31 ottobre da mons. Rolando José Álvarez Lagos, vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico di Estelí: “in questi giorni ho sentito da alcuni fedeli che, di fronte alla drammatica situazione che stiamo vivendo, hanno già preso la loro decisione nella dignità inviolabile della loro coscienza. Tuttavia, affermano, sono minacciati e costretti a manifestare ciò che non vogliono manifestare o a fare ciò che non vogliono fare. Ricordo loro ancora una volta: la paura paralizza e fa ammalare”. Urnas Abiertas ha anche denunciato intimidazioni e 200 atti di violenza nei seggi.

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