“L’essere cittadini non è un ‘diploma’ ma un impegno che si prende dentro una realtà locale”. Mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vice presidente della Cei, è intervenuto ieri pomeriggio nella seconda giornata della VI edizione Festival della migrazione, che si conclude oggi. Il Festival, promosso dalla Fondazione Migrantes, dall’Associazione Porta Aperta di Modena, dal Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità di Unimire e IntegriaMo, si è svolto tra Modena e Carpi e nasce dal bisogno di uno studio approfondito e non ideologico su un fenomeno complesso, come quello delle migrazioni, che richiede una riflessione lontana dai luoghi comuni. Tema dell’incontro, cui ha partecipato anche il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli, ‘Cittadini tutti. Il dialogo come fondamento dell’incontro con l’altro’. “Quando diciamo ‘cittadini tutti’ – ha proseguito mons. Castellucci – dobbiamo intendere che siamo tutti autenticamente cittadini del mondo. Consapevoli di quali sono i problemi ma anche le opportunità connessi alla cittadinanza. Il che significa accettare, vivere, incentivare una serie di relazioni che vanno dalla famiglia alla scuola, al lavoro, all’impegno politico. Non dimentichiamo che in greco città si dice polis, che ha radice nella parola politica, Dunque, essere cittadini significa entrare nella rete politica, nell’operare per il bene comune”. La cittadinanza, ha sottolineato il vescovo, “non è solo un diritto ma un dovere, in quanto consente alle persone di entrare in un rapporto di dare e avere che è alle basi del costruire la rete della convivenza civile”.