“Io vorrei rinnovare oggi il mio grazie per le cure e l’affetto che ho ricevuto qui”. Così il Papa, nell’omelia della messa celebrata oggi al Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” in occasione del 60° anniversario dell’inaugurazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha ringraziato i presenti evocando i giorni trascorsi al nell’ospedale romano per l’intervento al colon del luglio scorso. “Credo che in questo tempo di pandemia ci faccia bene fare memoria anche dei periodi più sofferti”, la proposta del Papa, che ha incentrato la sua omelia su tre parole: “ricordo, passione e conforto”: “non per intristirci, ma per non dimenticare, e per orientarci nelle scelte alla luce di un passato molto recente”, ha precisato. “Nella fretta di oggi, tra mille corse e continui affanni, stiamo perdendo la capacità di commuoverci e di provare compassione, perché stiamo smarrendo questo ritornare al cuore, il ricordo, la memoria”, il monito di Francesco: “Senza memoria si perdono le radici e senza radici non si cresce. Ci fa bene alimentare la memoria di chi ci ha amato, curato, risollevato”. “Noi ricordiamo qualcuno o qualcosa quando ci tocca il cuore, quando si lega a un particolare affetto o a una mancanza di affetto”, ha fatto notare il Papa: “il Cuore di Gesù guarisce la nostra memoria perché la riporta all’affetto fondante. La radica sulla base più solida. Ci ricorda che, qualunque cosa ci capiti nella vita, siamo amati. Sì, siamo esseri amati, figli che il Padre ama sempre e comunque, fratelli per i quali il Cuore di Cristo palpita”.