Papa Francesco: al Gemelli, “chiediamo la grazia di appassionarci all’uomo che soffre”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Se vogliamo amare davvero Dio, dobbiamo appassionarci dell’uomo, di ogni uomo, soprattutto di quello che vive la condizione in cui il Cuore di Gesù si è manifestato: il dolore, l’abbandono, lo scarto, soprattutto in questa cultura dello scarto che noi viviamo oggi”. Così il Papa, nell’omelia della messa celebrata oggi al Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”, in occasione del 60° anniversario dell’inaugurazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha declinato la seconda parola che ha scandito la sua omelia: “passione”. “Quando serviamo chi soffre consoliamo e rallegriamo il Cuore di Cristo”, ha affermato Francesco, secondo il quale “il Cuore squarciato di Dio è eloquente. Parla senza parole, perché è misericordia allo stato puro, amore che viene ferito e dona la vita. È Dio, con la vicinanza, la compassione e la tenerezza”. “Quante parole diciamo su Dio senza far trasparire amore!”, il monito del Papa: “Ma l’amore parla da sé, non parla di sé. Chiediamo la grazia di appassionarci all’uomo che soffre, di appassionarci al servizio, perché la Chiesa, prima di avere parole da dire, custodisca un cuore che pulsa d’amore”. “Questo è lo stile di Dio: di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza”, l’aggiunta a braccio.

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