Papa Francesco a Cipro: Patton (Custode), “Cipro luogo dove il dialogo interreligioso può dare un contributo anche alla soluzione di problemi di natura politica e diplomatica”

“La visita a Cipro e in Grecia tocca da vicino la Custodia di Terra Santa. Infatti siamo presenti nell’isola da 8 secoli, dove abbiamo una presenza pastorale significativa: curiamo diverse parrocchie da Nicosia, Larnaca, a Limassol e regolarmente andiamo a celebrare la domenica nella parte turca dell’isola per le comunità studentesche africane presenti a Famagosta e in altre zone”. La notizia della visita di Papa Francesco a Cipro e Grecia suscita “enorme gioia” tra i frati della Custodia di Terra Santa, dichiara al Sir il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton che vede “nel dialogo interreligioso, nell’accoglienza dei migranti e dei lavoratori stranieri, e nell’ecumenismo” le chiavi di lettura di questo viaggio apostolico. Patton ricorda la scuola di Terra Santa a Nicosia, “che ha una grande storia e che ha avuto tra i suoi allievi diverse personalità del mondo della cultura e dell’arte”, l’accresciuta presenza di fedeli latini, “oggi circa 26mila, dei quali solo 2500 locali. Il resto – spiega – sono lavoratori stranieri che rappresentano una linfa vitale per la Chiesa isolana. Per noi frati rappresentano un impegno di accoglienza che vuole dire integrarli anche nella realtà ecclesiale in senso pieno”. Lo stesso motto della visita, “Consolaci nella fede”, ispirato al nome dell’Apostolo Barnaba, rimarca il Custode, “pone il tema dell’incontro e del dialogo. Cipro – ribadisce – è un luogo dove il dialogo interreligioso può dare un contributo significativo anche alla soluzione di problemi di natura politica e diplomatica”. Da Cipro alla Grecia dove la Custodia opera nelle isole di Rodi e Kos: “abbiamo una piccola presenza ,con fra’ John Luke Gregory, in prima linea nel dialogo ecumenico e nell’accogliere i migranti e i rifugiati in transito. Si tratta di un lavoro di vicinanza portato avanti senza la pretesa di di risolvere problemi più grandi di noi ma solo con la volontà di restituire dignità alle persone riconoscendole in quanto tali”.

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