Bulgaria: allarme Covid-19. Patashev (Caritas) al Sir, “situazione molto preoccupante, ospedali al collasso, scuole chiuse. Politica assente”

Emanuil Patashev (foto Caritas Bulgaria)

“La situazione in Bulgaria è fortemente preoccupante, il Paese è in cima a tutte le classifiche non solo europee ma anche mondiali per tasso di mortalità e il numero di contagi da Covid-19 è molto più alto di quello ufficialmente registrato perché grande parte delle persone fa il test a casa e l’esito non risulta nel sistema sanitario”. È la fotografia della situazione in Bulgaria raccontata al Sir da Emanuil Patashev, segretario generale della Caritas Bulgaria. Nel Paese balcanico solo nei primi quattro giorni di novembre sono morte 756 persone (un anno fa la mortalità per l’intero mese di novembre era stata pari a 2.560 vittime), mentre i positivi nelle ultime 24 ore sono stati 4.662. “Per ora i casi rimangono tanti e siamo nel picco della quarta ondata”, spiega Patashev. “Il problema maggiore è il sistema sanitario al collasso”, rileva. “Da oggi sono sospesi tutti gli interventi chirurgici e i ricoveri non urgenti, mancano non solo posti letto ma anche medici e infermieri”. “Così se una persona ha bisogno di cure ospedaliere è costretta a rimanere a casa mentre gli ospedali hanno grandi deficit finanziari perché le cure per il Covid-19 sono molto costose e il numero dei pazienti è altissimo”. L’altro problema che Patashev mette in evidenza riguarda la scuola. “Attualmente tutti gli studenti seguono lezioni on line e pare che le elementari torneranno tra i banchi dopo due test a settimana, ma per adesso la situazione non è chiara”.
“Questo genera tensione all’interno delle famiglie perché i genitori devono stare a casa con i figli e anche perché sta crescendo una generazione con carenze di studi, visto che l’insegnamento a distanza non sostituisce appieno quello in presenza”. E aggiunge: “si tratta di un problema serio soprattutto per i poveri e per i ragazzi degli istituti dove non tutti hanno tablet e computer personali”.
Secondo il segretario generale della Caritas in Bulgaria, il Paese è arrivato a questo punto “perché non c’era la volontà politica di assumere una responsabilità e gestire la pandemia”. Segnala inoltre la disinformazione e la diffusione di teorie cospirative con “il desiderio dei media di incendiare gli animi”. “Sia l’attuale governo tecnico che quello precedente avrebbero dovuto assumere posizioni chiare e categoriche e chiamare la popolazione a vaccinarsi”. Riguardo l’altissima mortalità, invece, Patashev ha un’altra spiegazione. “Bisogna ammettere che il sistema sanitario bulgaro non funziona dopo il comunismo. Molti degli anziani hanno malattie pregresse e i gruppi a rischio non sono neanche individuati”. “Il problema – dice – consiste nel fatto che se un paziente si ammala di Covid-19 il medico di base non lo vuole curare, lo chiama al telefono e quindi i malati arrivano negli ospedali dopo una settimana, quando si può ormai fare ben poco”.

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