Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di ottobre sono state 448.110, quasi 27mila in più (+6,3%) rispetto alle 421.497 dei primi 10 mesi del 2020, sintesi di un decremento delle denunce nel trimestre gennaio-marzo (-11%), di un incremento nel periodo aprile-settembre (+21%) e di un -8% ad ottobre, nel confronto tra i due anni. È quanto emerge dagli open data Inail su “Infortuni e malattie professionali” relativi ai primi dieci mesi del 2021.
I dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano nei primi 10 mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+20,4%, da 51.809 a 62.403 casi), che sono diminuiti del 32% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 44% nel periodo marzo-ottobre (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 4,3% (da 369.688 a 385.707) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati del 10% nel primo trimestre di quest’anno, aumentati del 18% nel periodo aprile-settembre e di nuovo in calo a ottobre (-11%). Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 3,7% nella gestione Industria e servizi (dai 365.837 casi del 2020 ai 379.405 del 2021), dell’1,4% in Agricoltura (da 22.444 a 22.766) e del 38,3% nel Conto Stato (da 33.216 a 45.939). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne in quelli dell’amministrazione pubblica (-9,1%) e, soprattutto, della sanità e assistenza sociale, che nei primi 10 mesi di quest’anno, pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi (circa 33mila denunce), presenta una riduzione del 34,5% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto alle 50mila dello stesso periodo del 2020 (sintesi di un +164% del primo bimestre, di un -67% del periodo marzo-giugno, di un +13% nel bimestre luglio-agosto e di un -51% tra settembre e ottobre).
Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-3,6%), al contrario del Nord-Est (+11,9%), delle Isole (+11,8%), del Centro (+10,6%) e del Sud (+9,0%).
L’aumento che emerge dal confronto dei primi 10 mesi del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +12,2% (da 257.096 a 288.586 denunce), mentre quella femminile presenta un -3,0% (da 164.401 a 159.524). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+5,7%) sia quelli extracomunitari (+12,1%) e comunitari (+0,2%). L’analisi per età mostra incrementi tra gli under 40 (+16,5%) e per i 55-69enni (+1,7%) e decrementi, in particolare, per la classe 40-54 anni (-1,2%).