Raccontare lo slancio della missione ad gentes che impegna migliaia di persone nelle periferie di tutto il mondo. Vivono “col Vangelo in mano” i missionari che “operano in contesti segnati in profondità” da eventi che fanno capo a mutamenti geopolitici, economici, epidemici, sociali come sottolinea l’editoriale del nuovo numero di novembre di Popoli e Missione. Per sfogliare il fitto atlante della solidarietà e delle testimonianze, “ci mettiamo in ascolto ogni giorno proprio del mondo missionario che è una fonte attendibile, coinvolta nelle piccole e grandi vicende di questo nostro mondo”. Fondamentale quindi comprendere l’attualità, sciogliere i rebus delle situazioni più complesse come quella dell’Afghanistan dopo il ritorno dei talebani al potere, a cui Popoli e Missione dedica la copertina. Il dossier centrale approfondisce le ragioni dei fallimenti di molte missioni militari internazionali partite col compito di garantire la stabilità in aree calde segnate dai conflitti. La pace va preparata senza l’uso delle armi come spiega il presidente di Pax Christi, mons. Giovanni Ricchiuti, che commenta la situazione afghana: “Non si può esportare la democrazia con le armi come è stato fatto nei 20 anni dopo l’attentato alle Torri gemelle. Abbiamo visto che dopo il ritiro dei contingenti occidentali tutto è crollato come un castello di carte”.
L’attualità accende i riflettori su altre realtà del pianeta. Lungo la rotta che dall’America Latina punta al confine con gli Stati Uniti aumenta il flusso dei migranti e con loro quello, purtroppo difficile da definire, dei desaparecidos che in Messico sono non meno di 90mila. Una cifra altissima, eredità delle silenziose stragi del dittatore Vileda, della lotta tra i cartelli dei narcos e della traversata del deserto lungo quella che chiamata “l’autostrada della morte”. In Africa il lavoro minorile è una piaga molto diffusa e nelle piantagioni di cacao in Costa d’Avorio lo sfruttamento dei piccoli lavoratori è una realtà diffusa e nascosta – racconta ancora Popoli e Missione – da cui le multinazionali del cioccolato traggono profitto. Non è facile essere bambine nemmeno nel Sud Kivu, a Bukavu, dove le missionarie responsabili del Centro di accoglienza Ek’Abana accolgono ragazzine cacciate di casa perché accusate dalle famiglie di essere streghe. Ma dal continente africano arrivano anche buone notizie come leggiamo nel servizio di “Scatti dal mondo” sul riconoscimento da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità dell’efficacia del primo vaccino contro la malaria che permetterà di salvare migliaia di vite umane.