“Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu. Portate i pesi gli uni degli altri”. Nel commentare la lettera ai Galati, Papa Francesco, nella catechesi odierna, ha sottolineato a braccio che quello indicato da Paolo è “un atteggiamento ben differente dal chiacchiericcio che non è secondo lo Spirito. Secondo lo Spirito è avere noi stessi lo spirito di umiltà. In effetti, quando siamo tentati di giudicare male gli altri, come spesso avviene, dobbiamo anzitutto riflettere sulla nostra propria fragilità. Quanto è facile criticare gli altri – ha aggiunto ancora fuori testo -, c’è gente che sembra laureata in chiacchiericcio… ma guarda te stesso”. Per il Papa “è bene domandarci che cosa ci spinge a correggere un fratello o una sorella, e se non siamo in qualche modo corresponsabili del suo sbaglio. Lo Spirito Santo, oltre a farci dono della mitezza, ci invita alla solidarietà, a portare i pesi degli altri. Quanti pesi sono presenti nella vita di una persona: la malattia, la mancanza di lavoro, la solitudine, il dolore…! E quante altre prove che richiedono la vicinanza e l’amore dei fratelli!”. Di qui il richiamo alle parole di Sant’Agostino: “Perciò, fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, […] correggetelo in questa maniera, con mitezza. E se tu alzi la voce, ama interiormente. Sia che incoraggi, che ti mostri paterno, che rimproveri, che sia severo, ama”. “La regola suprema della correzione fraterna è l’amore – ha scandito Francesco -: volere il bene dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. E anche – ha concluso a braccio – tollerare i problemi e i difetti degli altri nel silenzio e nella preghiera e poi trovare la strada più giusta per aiutarlo a correggersi. Pazienza, mitezza, preghiera, vicinanza”.