Sarebbero più di 480.000 gli adolescenti e giovani adulti tra i 14 e i 25 anni in Germania che non hanno attualmente un lavoro, non vanno a scuola, né seguono corsi di formazione. E le istituzioni statali e sociali spesso non riescono a intercettarli e a raggiungerli. È quanto emerso nei giorni scorsi nel corso di un simposio cui hanno partecipato, tra gli altri, la ministra della Baviera per la Famiglia, il Lavoro e gli Affari sociali, Carolina Trautner, nonché diversi esperti di vari ambiti. Durante i lavori i Salesiani, attivi a Monaco di Baviera, hanno richiamato l’attenzione sull’accessibilità dei giovani “disconnessi” o “difficili da raggiungere”. Nella sua conferenza introduttiva Andreas Kirchner, professore di teorie e metodi del lavoro sociale presso la “Katholische Stiftungshochschule” di Monaco, ha affermato che i sistemi sociali odierni sono spesso caratterizzati da una “logica input-output” molto semplice. In pratica, “si basano sull’idea che c’è un input concreto, sotto forma di un’offerta o di un servizio, e ci si aspetta immediatamente un certo output; ma poi scopriamo che non è così semplice con questo gruppo target di difficile accessibilità”. “Difficile da raggiungere”, ha proseguito, si riferisce, da un lato, ai giovani che non vogliono più avere niente a che fare con i sistemi sociali, per esempio, a causa di brutte esperienze. “Dall’altro lato, però, anche le offerte e gli stessi fornitori sono in parte difficili da raggiungere per loro”. E per questo Kirchner ha sottolineato l’importanza dell’“accesso ai programmi a bassa soglia d’ingresso”. La ministra Trautner ha detto che “dobbiamo fissare il nostro sguardo sui giovani che sono difficili da raggiungere e accompagnarli nel loro percorso individuale verso l’età adulta; mostrare loro quanto sia arricchente assumersi la responsabilità della propria vita e contribuire alla nostra società come cittadini di valore”. “Ho il massimo rispetto per quello che le persone impegnate fanno ogni giorno per il benessere dei giovani, per i genitori, le famiglie e per tutta la nostra società”, ha concluso. Da parte sua l’economo generale della Congregazione Salesiana, il salesiano coadiutore Jean-Paul Muller, ha richiamato l’attenzione sui giovani disimpegnati in tutto il mondo e sulla responsabilità sociale e individuale nei loro confronti. Se ogni individuo è aperto ai giovani in situazioni difficili, allora “l’abbraccio che questi giovani possono incontrare diventa più ampio”, ha dichiarato. “Una volta che siamo in contatto, tutto il resto viene poco a poco. Questi giovani, che non possono essere ridotti a nessuno dei nostri schemi, saranno semplicemente rafforzati, attraverso una relazione, a percepire il loro ambiente in modo simile a come lo percepiamo noi”.