Myanmar: un’altra chiesa cattolica bruciata e rasa al suolo dalla giunta militare a Thantlang, nello Stato del Chin

L’esercito della giunta militare in Myanmar continua a prendere di mira le chiese nelle regioni prevalentemente cristiane del Paese, ignorando gli appelli della Chiesa cattolica e dei leader mondiali. Secondo quanto riporta questa mattina l’agenzia di informazione “Ucanews“, la chiesa cattolica di San Nicola nella città di Thantlang, nello Stato Chin del Myanmar, è stata bruciata dai militari il 27 novembre scorso. L’attacco alla chiesa di San Nicola è solo l’ultimo di una lunga serie: secondo la Chin Human Rights Organization (Chro), tra agosto e novembre, nello stato di Chin, almeno 22 chiese sono state bruciate o distrutte dai militari insieme a più di 350 abitazioni civili. Il Chin, Stato birmano a maggioranza cristiana, è in prima linea nella resistenza alla giunta e ha assistito a feroci attacchi da parte dell’esercito, inclusi attacchi aerei, artiglieria pesante e attacchi indiscriminati ai civili. Centinaia di persone sono state arrestate arbitrariamente e decine uccisi. Thantlang – la città in cui si trova la chiesa cattolica bruciata – è una città deserta: più di 10.000 residenti sono fuggiti dalle loro abitazioni dopo che i militari hanno preso di mira le case con sparatorie e bombardamenti indiscriminati. L’ultimo attacco è avvenuto un paio di giorni fa con almeno 49 edifici bruciati e rasi al suolo tra cui la chiesa battista di Thantlang. Sempre secondo quanto riferisce Ucanews, il vescovo Peter Hla, della diocesi di Pekhon, nello stato meridionale dello Shan, ha chiesto ai militari di non attaccare cattedrali e altri edifici religiosi. L’appello fa seguito agli attacchi (tre volte in cinque mesi) contro la cattedrale del Sacro Cuore nella città di Pekhon. “Attaccare la cattedrale è come attaccare il cuore di ogni fedele”, ha scritto il vescovo. A causa del colpo di Stato il 1° febbraio scorso e dell’escalation del conflitto da maggio, la diocesi di Pekhon è una delle aree più colpite insieme alla diocesi di Loikaw nello Stato di Kayah. Almeno cinque chiese cattoliche nella diocesi di Loikaw sono state attaccate dai militari e un attacco del 23 maggio è costata la vita a quattro cattolici e il ferimento di altre otto persone. Nelle regioni prevalentemente cristiane degli Stati di Kayah e Chin, più di 130.000 civili sono stati costretti a cercare rifugio in chiese, conventi e campi di fortuna, anche se i militari continuano a prendere di mira sacerdoti e pastori, bombardando e vandalizzando chiese.

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